La Nuova Sardegna

Nuoro

Tzia Antoniangela, 60 anni da imprenditrice

di Federico Sedda
Tzia Antoniangela, 60 anni da imprenditrice

La ristoratrice di Ottana ha spiegato al convegno sullo sviluppo locale il segreto del suo successo

30 ottobre 2018
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OTTANA. Ha 85 anni e da 60 anni manda avanti la storica trattoria che porta il suo nome. Antoniangela Denti, a Ottana, è ormai una istituzione. Nel suo locale, “Da Antoniangela” sono passati operai e sindacalisti dei tempi d’oro dell’industria, politici, turisti e semplici cittadini. Imprenditrice d’altri tempi, tzia Antoniangela. E da imprenditrice ancora in attività non è voluta mancare al convegno organizzato dal Banco di Sardegna e dalla Camera di commercio che si è tenuto sabato scorso a Ottana sul tema “Le potenzialità delle risorse locali: nuove opportunità di sviluppo”.

Per nulla intimorita dal parterre che le stava intorno, tzia Antoniangela ha preso il microfono e ha portato la sua testimonianza. «Ho iniziato – ha detto – con la paura di non sapere come sarebbe andata a finire. Ho rischiato molto investendo due milioni di lire. Sono andata avanti. Devo dire che mi è andata bene. A tutti dico: provateci e rischiate». Già, provarci e rischiare, magari con l’aiuto della banca.

«Sì, perché la banca – ha sottolineato il direttore del Banco di Sardegna, Giuseppe Cuccurese, – ha interesse a dare i soldi, anche se poi l’imprenditore li deve restituire. Il tasso di insolvenza delle imprese è il doppio di quello nazionale. Devo, però, riconoscere – ha osservato – che le famiglie sarde hanno un tasso di morosità più basso della media nazionale. Ciò significa che i sardi i soldi li restituiscono».

Il convegno, moderato dal giornalista Giacomo Mameli, è stato introdotto dal sindaco, Franco Saba. «Oggi –ha detto il primo cittadino – viviamo una crisi devastante. L’industria non c’è più. Abbiamo solo piccoli imprenditori che sono le nostre eccellenze». La voce dei piccoli imprenditori, è stata portata da Emanuele Lai, 23 anni e 4 dipendenti, allevatore di lumache, Salvatore Del Rio, titolare di un’ azienda zootecnica e da Peppino Zedda, produttore di olio. «Abbiamo bisogno di essere aiutati dalle istituzioni – hanno sottolineato – ma la cosa fondamentale è credere in se stessi e nei progetti che devono essere legati alla terra e alla nostra cultura».

Al convegno hanno partecipato il presidente della Camera di commercio, Agostino Cicalò, il direttore dell’Aspal, Massimo Temussi e l’assessore regionale alla Programmazione, Raffaele Paci. «In questo territorio – ha annunciato Temussi – investiremo risorse per il potenziamento tecnologico». «Fare impresa – ha ammonito Cicalò – non è facile. È un mestiere e bisogna studiare perché l’improvvisazione non funziona». Il convegno è stato concluso da Paci. «Ci sono tanti strumenti finanziari e per la formazione professionale – ha sottolineato –. Abbiamo, però, bisogno di competenze e di innovazione». Tzia Antoniangela docet.
 

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