La Nuova Sardegna

Nuoro

Rai Storia, Grazia Deledda la voce nella scrittura

Grazia Deledda
Grazia Deledda

Nel documentario la figura dell'unica italiana fra le 14 scrittrici premio Nobel sarà raccontata attraverso filmati, testimonianze di chi l'ha conosciuta e degli studiosi che ne hanno approfondito le tematiche

29 novembre 2018
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ROMA. È l'unica italiana tra le 14 scrittrici premio Nobel per la letteratura. Grazia Deledda, originaria di Nuoro, è la protagonista del doc «Grazia Deledda, la voce della scrittura», di Simona Fasulo, regia di Nicoletta Nesler, in onda domani 30 novembermpalle 21.40 su Rai Storia. A raccontarne la vita e le opere sono, innanzitutto, due scrittrici sarde che si sono occupate di tenere in vita la sua memoria attraverso i loro lavori, Maria Elvira Ciusa e Rossana Dedola. E poi lo storico dell'università di Cagliari Luciano Marrocu («lei Roma la sceglie, come una Gerusalemme dell'arte») e il filologo della letteratura Dino Manca dell'Università di Sassari, («Deledda è stata marginalizzata e ridimensionata perché con le sole categorie di verismo e decadentismo non la si poteva spiegare»).

Il documentario è arricchito da brani di repertorio, tra cui un'intervista del 1961 al figlio minore Franz e alla moglie, testimonianze del 1987 dell'antropologo Alberto Cirese, dello storico della letteratura Mario Petronio e del critico cinematografico Giampiero Brunetta. In primo piano, le relazioni che la Deledda aveva con gli altri intellettuali dell'epoca, soprattutto con Sibilla Aleramo, Ada Negri, Matilde Serao e Eleonora Duse, che nel 1916 rivisiterà per il cinema il romanzo Cenere; e il rapporto col marito Palmiro Madesani, che si occuperà del lavoro della moglie vestendo i panni modernissimi dell'agente letterario.

Il premio Nobel diverrà così il coronamento di una vita trascorsa nell'amore e nella dedizione alla scrittura. I temi che Grazia Deledda tratta nei suoi numerosissimi romanzi, la maggior parte di ambientazione sarda, sono universali: la colpa, il castigo, l'espiazione, il male che alberga in ogni uomo e che, per la scrittrice, può essere affrontato e superato solo attraverso un lavoro di trasformazione dovuto essenzialmente alla via della fede. Spezzoni di film e di sceneggiati televisivi tratti dai lavori della Deledda completano il profilo di questa scrittrice mai abbastanza ricordata.

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