Rai Storia, Grazia Deledda la voce nella scrittura
Nel documentario la figura dell'unica italiana fra le 14 scrittrici premio Nobel sarà raccontata attraverso filmati, testimonianze di chi l'ha conosciuta e degli studiosi che ne hanno approfondito le tematiche
ROMA. È l'unica italiana tra le 14 scrittrici premio Nobel per la letteratura. Grazia Deledda, originaria di Nuoro, è la protagonista del doc «Grazia Deledda, la voce della scrittura», di Simona Fasulo, regia di Nicoletta Nesler, in onda domani 30 novembermpalle 21.40 su Rai Storia. A raccontarne la vita e le opere sono, innanzitutto, due scrittrici sarde che si sono occupate di tenere in vita la sua memoria attraverso i loro lavori, Maria Elvira Ciusa e Rossana Dedola. E poi lo storico dell'università di Cagliari Luciano Marrocu («lei Roma la sceglie, come una Gerusalemme dell'arte») e il filologo della letteratura Dino Manca dell'Università di Sassari, («Deledda è stata marginalizzata e ridimensionata perché con le sole categorie di verismo e decadentismo non la si poteva spiegare»).
Il documentario è arricchito da brani di repertorio, tra cui un'intervista del 1961 al figlio minore Franz e alla moglie, testimonianze del 1987 dell'antropologo Alberto Cirese, dello storico della letteratura Mario Petronio e del critico cinematografico Giampiero Brunetta. In primo piano, le relazioni che la Deledda aveva con gli altri intellettuali dell'epoca, soprattutto con Sibilla Aleramo, Ada Negri, Matilde Serao e Eleonora Duse, che nel 1916 rivisiterà per il cinema il romanzo Cenere; e il rapporto col marito Palmiro Madesani, che si occuperà del lavoro della moglie vestendo i panni modernissimi dell'agente letterario.
Il premio Nobel diverrà così il coronamento di una vita trascorsa nell'amore e nella dedizione alla scrittura. I temi che Grazia Deledda tratta nei suoi numerosissimi romanzi, la maggior parte di ambientazione sarda, sono universali: la colpa, il castigo, l'espiazione, il male che alberga in ogni uomo e che, per la scrittrice, può essere affrontato e superato solo attraverso un lavoro di trasformazione dovuto essenzialmente alla via della fede. Spezzoni di film e di sceneggiati televisivi tratti dai lavori della Deledda completano il profilo di questa scrittrice mai abbastanza ricordata.