La Nuova Sardegna

BOLOTANA. Il panorama socio-culturale di Bolotana si arricchisce di un nuovo sodalizio. Nei giorni scorsi è stata, infatti, costituita ufficialmente l’associazione culturale intitolata a Benjamin Piercy: l’ingegnere e imprenditore inglese, costruttore delle ferrovie sarde e fondatore, alla fine dell’Ottocento, del villaggio montano di Badde Salighes, dove si trova l’omonima villa oggi di proprietà dell’Unione dei Comuni del Marghine. «Scopo dell’associazione – si legge nello statuto costitutivo – è quello di concorrere allo sviluppo culturale e sociale del territorio del Marghine e della Sardegna centrale, promuovendo la realizzazione di attività culturali e proposte nel campo sociale. A questo fine l’associazione, che non ha scopo di lucro ed è composta da volontari, promuove iniziative, eventi, conferenze, esposizioni, workshop, incontri, pubblicazioni, progetti e proposte finalizzati allo sviluppo e alla crescita dell’attività sociale e del territorio. L’associazione – precisa ancora lo statuto – è apartitica e non può essere eletto membro del consiglio direttivo chi ricopre cariche politiche o ruoli istituzionali di tipo elettivo». A fare parte del comitato direttivo sono stati chiamati i quattro soci fondatori: Mario Bussa, che è stato nominato presidente, Stefania Sedda, Mauro Nieddu e Giorgio Bussa. L’obiettivo del nuovo sodalizio, come evidenzia lo stesso nome dell’associazione, è quello di valorizzare il patrimonio storico e culturale della famiglia Piercy e di Badde Salighes.

«Abbiamo già messo in campo un progetto che presenteremo a breve scadenza – fa sapere Mario Bussa, ex consigliere e assessore del Comune di Bolotana – che riguarda la costituzione della biblioteca storica di Badde Salighes e del Marghine. La finalità dell’iniziativa è quella di recuperare documenti, libri, manoscritti e foto che la signora Giorgina Mameli Giustiniani, pronipote di Benjamin Piercy, metterà a disposizione della nostra associazione culturale. Una volta acquisito questo patrimonio di immenso valore per la storia del nostro territorio, procederemo alla digitalizzazione dell’archivio familiare che metteremo a disposizione di tutti e, in particolare, di storici, scuole, e ricercatori». Un pezzo di storia locale, insomma, che, dalla fine dell’Ottocento alla seconda metà del Novecento, ha attraversato due secoli e che, tra luci e ombre, miti e leggende, continua a fare discutere.