La Nuova Sardegna

Nuoro

«Sanità, ora l’alleanza tra sindaci»

di Sergio Secci

Siniscola, i consiglieri di minoranza invitano il territorio a non approvare i bilanci dell’Assl

12 novembre 2019
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SINISCOLA. Sindaci baroniesi uniti nella lotta per non smantellare la sanità pubblica. Lo chiedono i consiglieri di minoranza che invitano i primi cittadini a fare fronte comune e a non approvare i bilanci di previsione o consultivi della Assl.

«Per fornire l’assistenza sanitaria a tutto il bacino della Baronia, a Siniscola c’è una struttura che solo impropriamente viene chiamata ospedaletto – dice Antonio Satta a nome anche dei consiglieri Caterina Floris, Lucio Carta e Antonio Bidoni – di ospedaletto quella struttura ha poco e niente perché il polo sanitario del secondo centro della Provincia è lontano dal potersi definire tale. Anzi, nell’ultimo decennio il già precario servizio offerto ha subito un depotenziamento importante e negli ultimi due anni, sono andate perse un terzo delle ore dei servizi specialistici».

I consiglieri comunali poi fanno un preciso elenco di tutte le cose che non vanno: le prenotazioni hanno tempi lunghissimi ad esempio per il 2020, cardiologia ha raggiunto il tetto massimo di prenotazioni. Manca la media di 15 ore per ambulatorio, il servizio di igiene pubblica prima composto da tre medici titolari oggi è ridotto a zero. Il servizio farmaceutico è aperto solo due volte la settimana creando difficoltà ai pazienti e all’approvvigionamento dei farmaci. Oculistica è sprovvisto dei macchinari per eseguire interventi di diagnostica minimali e fornire un primo pronto intervento.

L’elenco prosegue con la mancanza di un mammografo in un bacino con oltre novemila donne di ultracinquantenni che dovrebbe essere sottoposta a screening per tumore mammario. Da due anni, al Consultorio manca il ginecologo mentre medicina di base dove il numero ottimale di mille pazienti per medico è abbondantemente sforato. Non meno importante, infine, è sicuramente lo stato dei locali del poliambulatorio non funzionale e degno di una Sanità regionale che si vuole efficiente e civile. «Non ci sfugge – dicono i consiglieri – il finanziamento di 150 milioni di euro che la Regione ha riservato alla sanità privata e il taglio di investimenti in ogni angolo della Sardegna. Il depotenziamento dei servizi sanitari locali è un fatto inqualificabile, poiché mette in croce fasce di popolazione bisognose di cure e assistenza irrinunciabili. Come opposizione ci chiediamo perché quella che viene presentata come una fase di emergenza sia diventata una consuetudine in peius che si trascina da anni». Ma non basta. «Nel prossimo consiglio – concludono i consiglieri comunali – chiederemo al sindaco di contattare i colleghi del bacino per attivarsi e promuovere azioni di protesta contro la deriva della sanità locale considerato che tra le funzioni della conferenza dei sindaci e la cooperazione con la Asl c’è la definizione delle linee di indirizzo delle Asl, di programmazione e di integrazione in risposta ai bisogni di salute.

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