La Nuova Sardegna

Nuoro

A Elini le illustrazioni di Anarkikka

La mostra “Non chiamatelo raptus” di Stefania Spanò sulla violenza di genere

30 novembre 2019
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ELINI. La mostra “Non chiamatelo raptus” dell’artista Stefania Spanò, in arte Anarkikka, è allestita, da giovedì e fino al 7 dicembre nella sala polifunzionale in via Pompei. «A organizzarla,nel mese in cui ricorre la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, – viene spiegato – il Centro antiviolenza e il Servizio psicologico dell’Unione Comuni d’Ogliastra».

La mostra si potrà visitare dal lunedì al venerdì dalle ore 9.30 alle 12.30 e dalle 15alle 17.30; sabato e domenica orario continuato dalle 11 alle 18. Viene precisato che le 30 tavole esposte affrontano il tema della violenza e della discriminazione sulle donne «ponendo il focus sul linguaggio dei media nella narrazione della violenza». Stefania Spanò è autrice, vignettista, illustratrice grafica ed esperta di comunicazione. Da tempo è impegnata in un percorso di denuncia sociale e presenta le sue mostre insieme a “Diritti d’Autore”, un’associazione non a scopo di lucro «che opera con finalità di promozione, informazione, sensibilizzazione, approfondimento, studio e ricerca nell’ambito dei diritti dell’uomo, delle donne e dei bambini, avvalendosi di tutti i linguaggi espressivo-artistici».

La sindaca di Elini, nonché presidente dell’Unione Comuni d’Ogliastra, Rosalba Deiana, anche nome delle operatrici del Centro antiviolenza esprime «un sincero ringraziamento alla Filcams Nuoro-Ogliastra, in particolare alla dottoressa Muravera e alla scrittrice Chiara Ingrao per la loro donazione che ci ha consentito di portare in Ogliastra la mostra “Non chiamatelo raptus”. E potere parlare del fenomeno della violenza di genere anche attraverso la forza e l’immediatezza comunicativa delle immagini».

Per Rosalba Deiana sono immagini che raccontano lo stereotipo e il pregiudizio nei confronti della figura femminile «e una distanza, in termini di riconoscimento dei diritti, tra uomo e donna che ancora fatichiamo a colmare». E rimarca: «L’educazione al rispetto dell’altra/o e il riconoscimento della parità di genere sono i principali strumenti di contrasto alla violenza contro le donne e alla violenza assistita e di promozione di un modello culturale che realizzi l’uguaglianza sociale». (l.cu.)



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