La Nuova Sardegna

Nuoro

Nuova disciplina sulla prescrizione: avvocati in rivolta

La Camera penale barbaricina ha aderito all’astensione «Il processo diventerebbe una macchina senza tempo» 

05 dicembre 2019
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NUORO. Anche la Camera Penale di Nuoro ha aderito all’astensione dall’attività giudiziaria penale proclamata dalla giunta dell’Unione delle camere penali italiane. La motivazione dell’astensione è legata all’ormai imminente entrata in vigore della norma della legge cosiddetta “spazzacorrotti” che di fatto abroga la prescrizione del reato dopo la pronunzia della sentenza resa dal giudice del primo grado. «L’assenza di un qualsiasi segnale da parte delle forze politiche, che fino ad oggi hanno inteso ignorare la richiesta di bloccare la nuova norma sulla prescrizione – si legge in una nota a firma del presidente della Camera penale di Nuoro, l’avvocato Salvatore Murru –, nell’ormai imminente approssimarsi della data del 1 gennaio 2020, impone all’avvocatura penale di continuare nella protesta e nella denuncia presso l’opinione pubblica per chiarire la reale portata della riforma che, per come concepita, renderà il processo penale senza fine». Inoltre la Camera penale barbaricina con gli avvocati Salvatore Murru, Angelo Magliocchetti, Fabio Varone e Paola Marteddu ha assicurato per la giornata di sabato 7 dicembre la partecipazione alla “Maratona oratoria per la verità sulla prescrizione” in corso a Roma, Piazza Cavour (di fronte alla Corte di Cassazione), iniziata lunedì scorso e che durerà fino a sabato. «Una maratona oratoria, in piazza – aggiungono gli avvocati nuoresi –, per raccontare all’opinione pubblica la verità sulle cause della durata irragionevole dei processi e su come diventeremo tutti ostaggi a vita dello Stato con l’abolizione della prescrizione». In questi giorni, infatti, sono centinaia di avvocati da tutta Italia che dalle 9 mattino alle 20 di sera raccontano ai cittadini quello che accade realmente nei tribunali ogni giorno. In base alle attuali norme, si arriva all’estinzione del reato se entro un certo termine non si ha la sentenza definitiva. Dal 1° gennaio 2020, invece, dopo la sentenza di primo grado si aprirebbe per le parti un’attesa infinita. In questo modo, eliminando la prescrizione, dopo la sentenza di primo grado non si farebbe altro che allungare i termini, prima che il procedimento diventi definitivo. «Stando al contenuto di questa riforma – aveva dichiarato Murru durante le giornate di sciopero di ottobre – i processi avranno una durata irragionevole. Si vuole annullare una regola di civiltà e un principio costituzionale sulla tutela dei cittadini che devono essere giudicati in tempi ragionevoli. Perché il problema – aveva sottolineato – non è solo dell’imputato ma anche delle vittime che si trovano ad aspettare un risarcimento. Non si può pensare di lasciare una persona sotto processo senza un termine preciso».



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