La Nuova Sardegna

Nuoro

Bosa, una crepa nel vecchio ponte

di Alessandro Farina
Bosa, una crepa nel vecchio ponte

Il sindaco Casula: «Faremo verifiche e un progetto da sottoporre alla Regione»

06 dicembre 2019
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BOSA. Una crepa campeggia sulle spallette, al centro del vecchio ponte in trachite che mette in collegamento le aree urbane tra la sponda destra e sinistra del fiume Temo. «L’ho segnalata da mesi, è necessario intervenire» chiede preoccupato un residente, allarmato per le condizioni della fondamentale struttura viaria e storica di Bosa. «Sarà necessario effettuare delle verifiche, utili anche a predisporre un progetto di complessivo restauro che intendiamo portare all'attenzione della Regione. Parliamo infatti di una struttura che ha 150 anni» afferma il sindaco Piero Franco Casula.

Il ponte in trachite infatti non è un semplice attraversamento viario, ma è uno dei simboli della città: immortalato in migliaia di fotografie, finito sulle copertine di prestigiose riviste di viaggi e negli anni scorsi dichiarato fra i più bei ponti d'Italia in un contest nazionale. Nella toponomastica ufficiale Ponte Nazionale, l'opera venne edificata a tre arcate su disegno dell’ingegnere del Genio Civile, Carlo Pizzagalli, nel 1871, completato agli inizi del 1900. Sostituì il precedente collegamento, in legno a sette archi, crollato sotto il peso del tempo. Un bene storico e architettonico insomma, che nel primo decennio del 2000 venne chiuso al traffico veicolare per mesi, in attesa di verifiche strutturali e prove di carico. Poi eseguite e che portarono all’attuale disciplina del traffico: a senso unico alternato e con divieto di transito ai mezzi superiori ai 35 quintali.

Il Ponte Vecchio di Bosa è quindi una delle perle ben incastonate nel contesto urbanistico e storico della città, quanto legato strettamente alla quotidiana vita sociale ed economica, che deve immancabilmente rispondere alle sfide della modernità. La struttura inoltre è attraversata da cavidotti, energia elettrica e telefono in una canaletta esterna e condutture interrate idriche e fognarie, con problemi estetici e logistici di non poco conto. La presenza delle crepe sui conci in trachite dei parapetto, sul lato rivolto a est come su quello a ovest, che guarda al panorama dei Lungotemo De Gasperi e Scherer, pone quindi nuovi interrogativi, problematiche e ricerca di soluzioni. «Ho già realizzato un report fotografico dopo le segnalazioni, è chiaro che sarà necessario effettuare delle verifiche» conferma il sindaco Piero Franco Casula. La cui amministrazione si prepara però ad una ennesima battaglia, nella ricerca di finanziamenti utili «Al restauro, necessario, di quest’opera. Che presenta anche vari ambiti di usura dei conci che rivestono le arcate ad esempio. Nel progetto di restauro, inoltre, credo sia necessario inserire lo spostamento dei cavidotti, vedremo se sarà possibile sub alveo, e soluzioni alternative al passaggio di tubature idriche e fognarie, magari utilizzando il vicino ponte pedonale» le idee e gli auspici del primo cittadino di Bosa.

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