La Nuova Sardegna

Nuoro

Omicidio a Lula, a gennaio la sentenza del processo d’appello

Omicidio a Lula, a gennaio la sentenza del processo d’appello

LULA. Con l’arringa di ieri dell’avvocato Angelo Manconi, difensore di Nico Piras, coimputato assieme alla moglie Alice Flore, dell’omicidio del fratello Angelo Maria Piras si è concluso il...

14 dicembre 2019
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LULA. Con l’arringa di ieri dell’avvocato Angelo Manconi, difensore di Nico Piras, coimputato assieme alla moglie Alice Flore, dell’omicidio del fratello Angelo Maria Piras si è concluso il dibattimento davanti ai giudici togati e popolari della Corte d’assise d’appello di Sassari per il delitto dell’allevatore di Lula ucciso nelle campagne del paese il 25 gennaio del 20125. Il presidente della Corte, Azzena, ha rinviato il processo al 31 gennaio del 2020, quando le parti potranno se vorranno replicare. Poi la Corte si riunirà in Camera di consiglio per emettere la sentenza.

L’avvocato Manconi per oltre un’ora ieri mattina ha cercato di demolire il castello accusatorio (il procuratore generale Paolo De Falco aveva chiesto l’ergastolo per i due imputati) soffermandosi sul fatto che non sia mai stata individuata una pista alternativa, che si trattasse di un processo indiziario e che poi nessuno avesse visto Nico Piras nell’orario compatibile a quello del delitto. Una discussione precisa e coerente conclusasi con la richiesta di assoluzione per il suo assistito. Nella precedente udienza era stato l'avvocato Francesco Lai che assiste Alice Flore a discutere arrivando alle medesime conclusioni. Nico Piras e Alice Flore erano stati assolti in primo grado dalla Corte di Assise di Nuoro alla conclusione di un processo complesso dove non erano mancati colpi di scena e forti tensioni. Poi il ricorso della Procura e il nuovo processo a Sassari.

Angelo Maria Piras venne ucciso a Lula il 25 gennaio 2015con quattro o cinque colpi di fucile calibro 12, caricato con munizionamento spezzato. La vittima venne colpita a morte da numerosi pallettoni: prima al braccio destro e alla coscia destra, poi ad entrambe le ginocchia e infine alla testa, il colpo mortale. (luca urgu)

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