La Nuova Sardegna

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I vincitori del premio Carrus: il primo posto è di Ivo Rossetti

di Sandro Biccai

BORORE. Dopo diverse settimane di intenso lavoro, la commissione giudicatrice presieduta da Rossana Ledda, imprenditrice e vice sindaca di Macomer, ha ufficializzato i risultati dell'edizione 2019,...

17 dicembre 2019
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BORORE. Dopo diverse settimane di intenso lavoro, la commissione giudicatrice presieduta da Rossana Ledda, imprenditrice e vice sindaca di Macomer, ha ufficializzato i risultati dell'edizione 2019, la quinta, del premio biennale Nino Carrus dedicato al tema: “Come creare lavoro nei paesi delle aree interne della Sardegna. Proposte”. Il primo premio è stato assegnato a Ivo Rossetti, di Uta, con l’elaborato, “Rete di Prodotto Sardegna Natura”; il secondo premio è andato alla nuorese Manuela Porcu, con il lavoro “Mobilità elettrica e zone interne. Aumento di occupazione e dei servizi in un’area della provincia di Nuoro”, apprezzato soprattutto per i suoi contenuti innovativi. Il premio speciale della compagnia di navigazione Tirrenia è andato alla bosana Silvia Peri, con “I centri sardi per l’apprendimento: la formazione continua come volano della crescita socioeconomica”. I tre vincitori dell’edizione verranno premiati sabato 21 dicembre alle 10 nella sala consiliare del comune di Borore. Sarà l’occasione per conoscere il contenuto degli elaborati valutati dalla commissione di cui, oltre a Ledda, facevano parte Salvatore Mura e Daniela Pisu, ricercatori dell'Università di Sassari, Giuseppe Deiana, giornalista, Sandro Ruju, storico dell’economia, il cui operato è stato coordinato da Gianluca Atzori, segretario del premio e componente del comitato scientifico dell’associazione Carrus. «Attendiamo con molto interesse di conoscere nel merito i lavori presentati e le proposte avanzate – commenta Fausto Mura, storico presidente dell'associazione Carrus che organizza l'importante premio per la quinta volta –. Un dato è, però, certo: la nutrita partecipazione dimostra, una volta di più, che i sardi, e i giovani in particolare, sono molto sensibili al tema del lavoro nei nostri paesi».

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