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“Sa frasca” da record raduna 28 associazioni

di Sergio Secci
“Sa frasca” da record raduna 28 associazioni

Il paese intero si mobilita per la raccolta delle essenze da utilizzare per la grande festa

14 gennaio 2020
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TORPÈ. Ventotto compagnie, una in più dello scorso anno sono al lavoro dai primi giorni di gennaio per la raccolta del cisto, lentisco, selema e altre essenze della macchia mediterranea che saranno utilizzate giovedì sera per l’allestimento del falò in onore di Sant’Antonio Abate.

“Ajò a sa frasca” è il grido che risuona in paese e nelle campagne per chiamare tutti ad adempiere al rito che da secoli si tramanda nel piccolo centro baroniese e che viene regolarmente ripetuto, anche per il significato di aggregazione e benaugurale che porta con sé.

Il rientro in paese è fissato per il primo pomeriggio del 16 gennaio e poi sarà ancora festa grande con la sfilata per le vie del centro. Il presidente dell'associazione Sant'Antonio abate Marino Puggioni e tutti gli altri collaboratori sono già all’opera per i preparativi della cena che seguirà l’accensione del falò con pietanze che ricalcano fedelmente la tipicità di una cucina semplice e contadina: ceci e fave con cotenna di maiale, maccarrones de punzu al ragù, spezzatino di vitello con olive, coconeddos, e buon vino. I volontari porteranno anche il pranzo anche nelle case dei malati e degli anziani impossibilitati.

Oggi ci sarà anche il cambio di “bandela”. Il parroco ed una delegazione dell'associazione Sant'Antonio porterà lo stendardo alla compagnia che per un anno intero ha custodito fedelmente la memoria storica della festa.

Nel 2020, tocca a sa “giaga 'etza” composta da 18 persone e nata nel 2012. Il gruppo è composto da Peppe Melis, Daniele Fronteddu, Simone Pala, Claudio loriga, Giovanni ed Andrea Satta, Daniel e Gaspare Doddo, Marcello Puggioni, Renato Satta, Antonio Loriga, Gesuino Capra, Cristian Cadau , Marco Magrini e gli ospiti della penisola Davide Ridolfi, Cristian Gualandi, Thomas Scalandra e Alberto Magnani.

Giovedì i sontuosi carichi sfileranno per le vie di Torpe a partire da mezzogiorno per giungere nelle vicinanze della chiesetta dedicata al santo del fuoco. Subito dopo la celebrazione della messa, il commovente cambio de “sa bandela”: tutti radunati intorno al fuoco per i tre giri beneauguranti intorno alle fiamme e ritrovo per la cena per suggellare ancora una volta l'amore e la profonda fede che i Torpeini nutrono verso il santo.

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