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I riti attorno a “su punteddu” in onore di Sant’Antonio abate

di Bernardo Asproni
I riti attorno a “su punteddu” in onore di Sant’Antonio abate

LULA. In tanti hanno voluto rinnovare il tradizionale appuntamento di “su punteddu” in onore di Sant’Antoni. È stata una giornata carica di emozioni e molto sentita in paese. Il via alle danze è...

18 gennaio 2020
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LULA. In tanti hanno voluto rinnovare il tradizionale appuntamento di “su punteddu” in onore di Sant’Antoni. È stata una giornata carica di emozioni e molto sentita in paese. Il via alle danze è stato dato nel pomeriggio in piazza Rosa Luxemburg dove l’organettista Checco Demontis ha accompagnato i balli prima dell’accensione del fuoco e della competizione dei giovani per aggiudicarsi “sa panata”, il premio in cima a su punteddu.

Successivamente, nella vicina sede del comitato (composto da Giovanna Loi, Mariantonietta Moro, Tina Piras) la cena accompagnata da balli e canti.

La manifestazione religiosa è iniziata, nella Parrocchia di Santa Maria Assunta con la messa celebrata da don Totoni Cosseddu seguita dalla processione e la benedizione delle “frasche”, attorno a su punteddu, prima di compiere i rituali tre giri propiziatori. Poi l’accensione del falò e la distribuzione di dolci tipici della tradizione (s’aranzata a base di miele e su coccone durche), da parte delle donne del comitato.

In sottofondo le voci del coro Omines Agrestes che hanno proposto canti del repertorio, prima dell’inizio della cena comunitaria. Consumato il grande fuoco i giovani del paese hanno dato vita alle competizioni per la scalata di su punteddu, quest’anno alto undici metri.

I tentativi, però, sono andati tutti a vuoto: nessuno si è aggiudicata “sa panata” (aranzata, coccone durche, porcetto, vino e un buon gruzzoletto in denaro).

La festa, comunque, ha seguito il suo corso con la cena, nella vicina sede sociale, a base di pecora, buon vino e ancora i dolci sardi.

Si è andati avanti così fino a notte fonda con i canti del coro Omines Agrestes e i balli in piazza e l’organetto dell’instancabile Checco Demontis. Col pensiero già rivolto al prossimo anno.

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