La Nuova Sardegna

Nuoro

Scarico merci, il problema dell’Apu

di Stefania Vatieri
Scarico merci, il problema dell’Apu

Oggi l’incontro tra l’assessore e i commercianti del Ccn del corso Garibaldi

22 gennaio 2020
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NUORO. Il pasticcio dell’isola pedonale manda in tilt lo scarico merci: niente più consegne nella via Majore e i commercianti pagano lo scotto di un progetto gestito male.

Da una parte c’è la rabbia dei corrieri che ogni mattina devono fare i salti mortali avanti e indietro lungo il Corso Garibaldi per rifornire le attività del centro cittadino, tra stalli insufficienti, spesso occupati abusivamente o troppo distanti dai negozi dove recapitare anche quaranta colli per volta. D’altra ci sono i commercianti che da un mese a questa parte devono fare i conti con le mancate consegne e i conseguenti disagi economici che questo comporta.

Una situazione che verrà portata all’attenzione dell’assessora alla Viabilità Maria Boi durante l’incontro promosso dal presidente dei commercianti del corso Garibaldi Salvatore Piredda e che vedrà la partecipazione di una nutrita rappresentanza di esercenti della via dello shopping nuorese.

Al centro del dibattito ci sarà l’urgente richiesta di un’apertura programmata per consentire ai corrieri lo scarico e il carico delle merci e la definizione di alcuni punti come i parcheggi.

«Dopo le numerose e insistesti lamentele da parte dei corrieri, ma sopratutto dei commercianti come Ccn, (Centro commerciale naturale) del Corso Garibaldi, abbiamo richiesto un incontro urgente al sindaco e alle assessore di riferimento, per affrontare le diverse problematiche collegate all’Apu (Area pedonale urbana), che già nel breve periodo sta evidenziando problemi legati alla sfera della logistica delle merci, ai parcheggi, alla viabilita generale – spiega Salvatore Piredda, presidente dei commercianti del Corso –. Disagi e disservizi che si aggiungono al fatto che tante attività hanno affrontato le festività natalizie sottotono e un inizio saldi disastroso, con fatturati bassi e con una forte preoccupazione per l’imminente futuro» conclude Salvatore Piredda.

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