La Nuova Sardegna

Nuoro

Contro la tratta degli esseri umani

di Gianluca Corsi
Contro la tratta degli esseri umani

Le iniziative della Caritas diocesana in occasione della sesta giornata mondiale

05 febbraio 2020
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NUORO. Una luce accesa in ogni davanzale e balcone di Nuoro, per dire un “no” deciso e senza tentennamenti all’odioso fenomeno della tratta di esseri umani. Ma anche per rendere effettiva una maggiore consapevolezza del fenomeno e riflettere sulla situazione globale di violenza e ingiustizia che colpisce tante persone, che non hanno voce, non contano, non sono nessuno: sono semplicemente schiavi.

Anche la Caritas diocesana di Nuoro sabato 8 febbraio, in occasione della sesta Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta di esseri umani, accenderà le sue luci di protesta e solidarietà.

Il programma di iniziative di “Insieme contro la tratta” prevede due momenti.

Al mattino, dalle 9 alle 13, saranno coinvolte le scuole. La Congregazione delle Figlie della Carità e la Caritas nuorese, diretta da suor Pierina Careddu, metteranno a disposizione degli istituti che ne faranno richiesta il materiale video inerente il Progetto Elen Joy, accreditato dal Dipartimento per le Pari opportunità del Consiglio dei ministri, che offre assistenza a persone straniere vittime del reato di tratta di esseri umani e grave sfruttamento a scopo sessuale e/o lavorativo.

L’altro momento, “Accendi una luce contro la tratta”, più intimo e dall’alto valore simbolico, inizierà alle 20, quando sarà ormai buio, e richiede il coinvolgimento di parrocchie, associazioni, privati cittadini che in questa giornata scelgono di accedere e di riporre sul davanzale della propria casa una luce come segno di lotta contro la tratta.

La data, scelta non a caso, è l’8 febbraio, giorno in cui ricorre la memoria liturgica di santa Giuseppina Bakhita, originaria del Darfur, in Sudan, venduta come schiava da bambina e poi divenuta suora canossiana tra Venezia e Schio a fine Ottocento. La Giornata è stata indetta da papa Francesco su intuizione di una religiosa dell’Usmi, Unione superiore maggiori d’Italia.

Santa Giuseppina Bakhita nasce nel Darfur, in Sudan, nel 1869. Viene rapita all’età di sette anni e venduta più volte. Comprata nel 1882 dal console italiano, arriva a Genova per fare la bambinaia. Giunta a Venezia a seguito del trasferimento del suo nuovo padrone, conosce le Canossiane e la fede cristiana. Battezzata nel 1890, si fa suora nel 1893. Nel 1896 viene trasferita a Schio dove resterà fino alla morte, nel 1947.

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