La Nuova Sardegna

Nuoro

Ex sindaco va a giudizio per calunnia

Ex sindaco va a giudizio per calunnia

Osidda, Mario Chessa a processo per lettere contro l’attuale primo cittadino

06 febbraio 2020
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NUORO. «È dal 2005 a oggi che vengo bombardato di denunce, richieste, lettere al prefetto, al comando dei carabinieri, alla polizia, al presidente del consiglio dei ministri. Ce ne sono una raffica: saranno almeno un centinaio. In quel periodo, per una sorta di scommessa, le avevo anche già pesate: se non ricordo male pesavano circa tre chili e cinquecento grammi». Ha deposto ieri mattina, in udienza, come teste e parte civile – è assistito dall’avvocato Salvatore Murru – l’attuale sindaco di Osidda, Giovanni Mossa. E in aula, davanti al giudice monocratico Giovanni Angelicchio, e sollecitato dalle domande della parti, ha raccontato la sua piccola odissea fatta di ripetute accuse che gli arrivano via lettera e che poi la giustizia ha attribuito all’ex sindaco del paese, Mario Gioacchino Chessa, che per questo poi è finito a processo con l’accusa di calunnia. Secondo l’accusa, infatti, era stato proprio Chessa, ad aver inviato «denunce e missive indirizzate alla stazione carabinieri di Osidda, al comando carabinieri di Nuoro, alla Procura, alla prefettura, al ministero dell’Interno, ed ad altre autorità», e avere «falsamente denunciato» sotto due nomi falsi, «l’amministrazione comunale di Osidda, nella persona del sindaco Giovanni Mossa, di aver commesso reati contro la pubblica amministrazione, quali reati di falso o abuso di ufficio, per sapendolo innocente». «Come fa a sapere che quelle missive erano di Chessa» gli ha chiesto ieri l’avvocato di Chessa, Ignazio Sanna. «Perché erano firmate», ha risposto Mossa. Per la difesa, in realtà, Chessa non avrebbe calunniato proprio nessuno, anzi, e conta di poterlo dimostrare nel corso del dibattimento. «Chessa – ha raccontato ieri il sindaco Mossa – veniva spesso in Comune per chiedere accesso alle liste elettorali. «Come mai in alcune occasioni le ha negato l’accesso?», gli ha chiesto l’avvocato Sanna. «Gliel’ho sempre data, dievrso è il caso quando ha chiesto estrazione di una copia» ha risposto Mossa. Certo è che tra le lettere che vengono attribuite, come autore, a Chessa, ci sono anche denunce, sotto falso nome, nei quali si accusava l’amministrazione comunale «per i reati di cui agli articoli 323 e 479/483 cp con riferimento al corso di operatore socio-sanitario gratuito riservato ai residenti nel comune di Osidda». (v.g.)

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