La Nuova Sardegna

Nuoro

L’ex vicesindaca di Orgosolo condannata per falso

Valeria Gianoglio
L’ex vicesindaca di Orgosolo condannata per falso

I giudici la assolvono dalle accuse di truffa e abuso d’ufficio. I difensori: «Era tutto regolare». Scagionata la ragioniera del Comune

15 febbraio 2020
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NUORO. Condannati per il solo capo d’imputazione di falso ideologico legato a un mandato di pagamento per alcuni corsi di formazione: in sostanza, i giudici hanno lasciato in piedi solo una parte delle accuse iniziali e hanno condannato due imputati soltanto per il falso legato a un mandato di pagamento. Un mandato disposto a chi organizzava i corsi prima che questi corsi venissero effettivamente svolti. Assolti, invece, e con formula piena, “perché il fatto non sussiste”, dalle accuse di truffa aggravata ai danni dello Stato e abuso d’ufficio. Si è concluso così, davanti al tribunale collegiale di Nuoro, presieduto dal giudice Giorgio Cannas, il processo nato da una inchiesta di otto anni fa, che vedeva a giudizio l’allora vicesindaco di Orgosolo, Bora Podda, la ragioniera dello stesso Comune, Angela Corda, e l’imprenditore di Macomer che organizzava i corsi, Pierpaolo Pani. Bora Podda è stata condannata a un anno e sei mesi, Pani è stato condannato alla stessa pena – per entrambi la pena è sospesa con il beneficio della condizionale e della non menzione – mentre per Angela Corda, difesa dall’avvocato Tullio Moni, è arrivata una sentenza di piena assoluzione, così come, del resto, aveva chiesto lo stesso pm Andrea Ghironi. Assolta da ogni accusa.

I fatti che erano stati contestati, a vario titolo, agli imputati, risalgono a diversi anni fa, dunque, ed erano emersi attraverso le indagini seguite dal commissariato di polizia di Orgosolo. In base alle indagini del commissariato di polizia di Orgosolo, i tre avrebbero organizzato corsi di formazione all'interno di un progetto promosso dal Consorzio Cuncordia, fuori dai tempi previsti per ricevere i finanziamenti e per riuscire nell'intento di ottenere i fondi sarebbe stato scritto il falso, cambiando le date in alcuni elenchi. La difesa, dal canto suo, ha sempre sostenuto una tesi ben diversa. «Abbiamo sempre sostenuto che le accuse fossero prive di fondamento, e che non c’era nemmeno l’ipotesi di falso – ha spiegato l’avvocato Andrea Gaddari, che insieme a Giovanna Angius, ha difeso la vicesindaca – perché c’è una legge del ’97 che prevede che si possano anticipare i pagamenti nel caso in cui ci siano i finanziamenti comunitari. Ora comunque aspetteremo le motivazioni della sentenza, e poi ricorreremo in appello».

«Siamo soddisfatti – spiega l’avvocato Marcello Mereu che insieme a Basilio Brodu ha difeso Pierpaolo Pani – è rimasto in piedi solo il reato formale di falso nelle attestazioni e nei documenti di liquidazione. Mentre è venuta meno la truffa e l’abuso d’ufficio in ragione del fatto che nella sostanza i corsi si sono tenuti e il servizio è stato reso. Ciò che pure ha consentito la riduzione della pena, la sua sospensione e il beneficio della non menzione».

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