La Nuova Sardegna

Nuoro

«Contro il Parkinson si vince in rete»

«Contro il Parkinson si vince in rete»

La battaglia dell’associazione: «Servono competenze, formazione e un’équipe»

20 febbraio 2020
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NUORO. «Uniti e in rete si possono fare tante cose e tanti progressi, anche nell’affrontare il Parkinson. Certo, la battaglia è ancora lunga ma vogliamo continuare a portarla avanti ribadendo le richieste che abbiamo portato anche in Regione e all’Assl di Nuoro: l’istituzione di un’equipe multidisciplinare di professionisti che seguano le persone con la malattia e un percorso diagnostico ad hoc, la nascita di un registro regionale che attesti il numero esatto di chi ha questa patologia, e un investimento nella formazione dei familiari e dei medici». Maria Grazia Mortara e Lilli Mustaro, rispettivamente presidente e componente dell’associazione parkinsoniani della provincia di Nuoro, si guardano e sfoderano un sorriso sincero quando raccontano i progressi e le sfide dell’associazione della quale fanno parte da tempo e con tanta energia e progetti. Ne è passato di tempo, spiegano, da quando l’associazione muoveva i primi passi e spesso le persone con il Parkinson non avevano punti di riferimento ai quali rivolgersi per consigli, dritte o anche solo per stare insieme. «C’è ancora tanta strada da fare in questo senso, certo, soprattutto da parte della sanità – precisano – ma con il tempo si è sempre più compreso che anche per chi ha una malattia di tipo neurologico fare rete, stringere relazioni, sia prezioso, perché è importante non stare soli e sperimentare nuovi approcci per affrontare la patologia. Ed è quello che cerchiamo di fare da tempo nella nostra associazione». Solo per restare agli ultimi mesi, infatti, l’associazione parkinsoniani, ha sostenuto tanti soci e familiari attraverso laboratori di musico-canto terapia, teatro, ballo sardo e origami. «Siamo riusciti a portare l’origami anche nelle scuole» spiegano, senza nascondere un pizzico di sana soddisfazione. Le idee e i progetti dell’associazione, insomma, sono davvero tanti, ma quel che costituirebbe davvero la svolta la potrebbe dare la sanità. «La nostra richiesta principale – spiegano – quella che è presente sin dalla nascita dell’associazione, nel suo statuto, è la necessità di avere una equipe multidisciplinare di professionisti che seguano le persone con il parkinson sotto diversi aspetti. Perché non c’è bisogno solo del neurologo ma anche del nutrizionista, del fisiatra, del logopedista, dello psicologo. Il parkinson è una malattia complessa e come tale ha bisogno di essere affrontata con un percorso articolato». «Finora non è stata trovata una cura – aggiunge Lilli Mustaro – ma si può fare tanto per migliorare la qualità della vita delle persone. Il nostro cervello non è rigido, ma plastico, e si può adeguare a tante cose nuove, sperimentando». (v.g.)

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