La Nuova Sardegna

Nuoro

«Fateci entrare al Cpr» una richiesta al garante

di Giulia Serra
«Fateci entrare al Cpr» una richiesta al garante

Macomer, l’associazione per gli studi giuridici scrive anche al prefetto Bruzzese L’obiettivo è accertare quali siano le condizioni all’interno della struttura

27 febbraio 2020
2 MINUTI DI LETTURA





MACOMER. Un uomo che riesce a raggiungere il tetto dell’ex carcere mandamentale e grida, minacciando di lasciarsi cadere nel vuoto di quei 9 metri che lo separano dalla terra di sotto. È questa l’ultima terribile immagine che conosciamo del Cpr di Macomer, il centro d’interesse regionale nel quale da poco più di un mese vengono rinchiusi coloro che, in assenza di permesso di soggiorno e pur non dovendo scontare nessuna pena, sono destinatari di una misura rigidissima definita con la controversa dicitura di “detenzione amministrativa”. Chi sia quell’uomo, da dove provenga, che storia abbia sulle spalle e come sia finito nel Cpr di Macomer è e resta il profondo buco nero dentro cui viene inghiottita la vita delle persone marchiate dalla legge come irregolari. Se la politica sembrerebbe non scomporsi troppo di fronte alle già numerose notizie che raccontano di forti tensioni interne, risse, autolesionismo, riduzione dei diritti essenziali e persino problematiche connesse alla sicurezza degli stessi operatori della struttura, è dalla società civile che arrivano le prese di posizione e le richieste di squarciare quel velo di silenzio e di impenetrabilità che veste di inquieto il Cpr di Macomer. Ad intervenire questa volta è la campagna LasciateCIEntrare e l'Asgi, l’associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione che, nell'esprimere forte preoccupazione per le condizioni di vivibilità trapelate in queste settimane, hanno deciso di scrivere al garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà Mauro Palma, inviando la lettera anche alla prefetta di Nuoro Anna Aida Bruzzese, al direttore centrale dei servizi civili per l'immigrazione e l'asilo Michela Lattarulo e al coordinatore dei garanti dei diritti dei detenuti della Sardegna Paolo Mocci. La richiesta al garante nazionale è quella di accertare quali siano le condizioni all'interno del centro macomerese gestito dalla società Ors Italia, con particolare attenzione per la verifica di una idoneità strutturale e organizzativa che garantisca il rispetto dei diritti fondamentali e della dignità della persona e che le misure di sicurezza non vadano a discapito alla tutela della qualità della vita all’interno del Centro e del trattamento umano delle persone trattenute. Ancora, si chiede di accertare l'effettiva presenza di un minore nella struttura, ma anche la prassi segnalata del ritiro dei telefoni cellulari e l'effettiva tutela al diritto all’informazione e alla difesa «affinché le persone trattenute siano adeguatamente informate sulla condizione in cui si trovano e sulle regole che governano la vita all’interno del Centro, e che i legali di fiducia dei trattenuti possano accedere al Cpr senza alcun tipo di restrizione». Tutte criticità che esigono un approfondimento oltre che una riflessione.

In Primo Piano
Il funerale

A Ittiri lacrime e rombo di motori per l’ultimo saluto a Sebastiano Pasquarelli

di Luca Fiori
Le nostre iniziative