Agguato all’alba: salvo grazie al fucile inceppato
Mamoiada, l’allevatore è scampato alla morte per il malfunzionamento dell’arma del mancato killer
29 febbraio 2020
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MAMOIADA. Una colluttazione e un colpo che parte, poi un secondo imbrigliato nell’arma che s’inceppa, il mancato killer capisce che il momento buono è passato e abbandona il campo utilizzando il pick up della vittima designata. L’arma inceppata: e così Albino Sella, allevatore di 33 anni di Mamoiada è scampato ad una esecuzione pianificata per l’alba di giovedì. Il colpo esploso lo avrebbe raggiunto solo di striscio: poi la reazione di Sella con il conseguente corpo a corpo con il bandito, unita al fucile difettoso, avrebbe evitato il peggio. Almeno questo sarebbe il racconto che Sella avrebbe fatto ai carabinieri che da due giorni stanno eseguendo perquisizioni e verificando alibi alla ricerca dell’uomo entrato in azione giovedì mattina vicino all’azienda del giovane. La stessa zona, non lontano da Mamoiada, dove 12 anni fa era stato ucciso il fratello di Albino, Danilo. Ieri intanto ai carabinieri di Mamoiada e Nuoro si sono uniti anche gli specialisti del Ris, il Reparto investigazioni scientifiche dell’arma. Oltre che la scena dell’agguato, gli esperti stanno esaminando il cassonato di Sella, il pick up utilizzato dal malvivente per fuggire e ritrovato alcune ore dopo alla periferia del paese. Al suo interno potrebbero esserci tracce in grado di aiutare nell’identikit dello sparatore che avrebbe agito con il volto coperto. Le indagini sono coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica Ireno Satta.
Le indagini, appunto. Sono inevitabilmente indirizzate verso il passato e verso l’omicidio di Danilo Sella. Né si può ignorare la contiguità temporale con l’udienza preliminare, fissata per il 17 marzo, in cui Albino Serra (difeso dall’avvocato Francesco Lai) sarà imputato del tentato omicidio di Antonio Deiana, sfuggito alle fucilate il 31 marzo di 4 anni fa. Deiana (parte civile attraverso l’avvocato Gianluigi Mastio) è il cugino di Marcello Gungui, quest’ultimo condannato dal Gup nel febbraio 2016 – un mese prima che scattasse l’agguato a Deiana – a 18 anni per l’omicidio di Danilo Sella. Lo stesso Deiana era stato condannato per favoreggiamento, reato poi prescritto. Nella ricostruzione accusatoria, nell’agguato in cui Deiana scampò alla morte, le vittime predestinate sarebbero dovute essere due: l’altro era Marcello Gungui, rimasto a piede libero fino alla sentenza definitiva (dello scorso settembre). Sempre assieme al cugino: ma la sera del 31 marzo 2016 era rimasto nella sua azienda. Quella vicenda seguì un corso particolare: per Gungui venne inizialmente chiesta l’archiviazione alla quale si oppose la famiglia Sella. Il gip ordinò l’imputazione coatta. Analogo corso ha seguito l’inchiesta per il tentato omicidio di Deiana: alla richiesta di archiviazione per Albino Sella si era opposto il legale di Deiana. Risultato, imputazione coatta e udienza, fra poco più di due settimane. Su queste vicende, compreso l’agguato di giovedì, l’ombra del delitto di Danilo Sella.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Le indagini, appunto. Sono inevitabilmente indirizzate verso il passato e verso l’omicidio di Danilo Sella. Né si può ignorare la contiguità temporale con l’udienza preliminare, fissata per il 17 marzo, in cui Albino Serra (difeso dall’avvocato Francesco Lai) sarà imputato del tentato omicidio di Antonio Deiana, sfuggito alle fucilate il 31 marzo di 4 anni fa. Deiana (parte civile attraverso l’avvocato Gianluigi Mastio) è il cugino di Marcello Gungui, quest’ultimo condannato dal Gup nel febbraio 2016 – un mese prima che scattasse l’agguato a Deiana – a 18 anni per l’omicidio di Danilo Sella. Lo stesso Deiana era stato condannato per favoreggiamento, reato poi prescritto. Nella ricostruzione accusatoria, nell’agguato in cui Deiana scampò alla morte, le vittime predestinate sarebbero dovute essere due: l’altro era Marcello Gungui, rimasto a piede libero fino alla sentenza definitiva (dello scorso settembre). Sempre assieme al cugino: ma la sera del 31 marzo 2016 era rimasto nella sua azienda. Quella vicenda seguì un corso particolare: per Gungui venne inizialmente chiesta l’archiviazione alla quale si oppose la famiglia Sella. Il gip ordinò l’imputazione coatta. Analogo corso ha seguito l’inchiesta per il tentato omicidio di Deiana: alla richiesta di archiviazione per Albino Sella si era opposto il legale di Deiana. Risultato, imputazione coatta e udienza, fra poco più di due settimane. Su queste vicende, compreso l’agguato di giovedì, l’ombra del delitto di Danilo Sella.
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