Scarichi fognari sul Temo l’ira degli ambientalisti
di Alessandro Farina
Bosa, due comitati invitano enti e istituzioni locali a collaborare con la Procura «È in corso una indagine giudiziaria affidata alla capitaneria di porto»
01 marzo 2020
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BOSA. Miasmi dai tombini, scarichi fognari allacciati alle reti di acque bianche che finiscono sul Temo, malgrado da tempo un’ordinanza comunale imponga l’allaccio alle condotte fognarie, funzionalità del depuratore di Terridi: “In Bosa” ed il comitato “Acqua bene comune Planargia-Montiferru”, in una dura nota, chiedono un radicale intervento di efficientamento del sistema. Sulla scia dell’azione di verifica intrapresa dalla guardia costiera che, dopo le segnalazioni dei cittadini e un esposto in Procura firmato da un componente delle due associazioni, sta svolgendo un’azione di mappatura delle irregolarità.
L’argomento miasmi e scarichi torna periodicamente d’attualità a Bosa. In particolare quando dai tombini di acque bianche o da quelli di smaltimento delle acque meteoriche, via Lamarmora ad esempio, fuoriescono odori ammorbanti. Diversi mesi fa, la presenza di acque maleodoranti che si riversavano sul fiume dal canale di via Gioberti era stato sollevato da un operatore turistico. Segnalazioni subito prese in seria considerazione dalla guardia costiera di Bosa, al comando del tenente di vascello Luigia Caiazzo, e finite anche sul tavolo della Procura di Oristano rivelano in una nota congiunta i comitati “InBosa” e “Acqua bene comune”. «È in corso una indagine giudiziaria, affidata alla capitaneria di porto» scrivono gli ambientalisti. Che ricostruiscono le alterne vicende bosane in tema di depurazione e reti di smaltimento acque meteoriche e fognarie. «Prima della costruzione del depuratore (1984) abitazioni e attività scaricavano direttamente nel Temo; oggi una tubazione di collettamento di tre chilometri di lunghezza, con una pendenza inesistente, di diametro inadeguato, è all’origine di molti guai. Acque meteoriche e acque nere si mescolano, causando allagamenti e scarichi illegali direttamente nel fiume» denunciano gli ambientalisti. Che puntano il dito anche sull’efficienza del depuratore: «Nelle notti estive a Terridi si sente odore di fogna». Da giorni, dopo una serie di sopralluoghi notati dai cittadini, i militari di Circomare Bosa, «con il supporto di autospurgo e traccianti colorati, stanno ricostruendo una mappatura della rete di scarico delle acque; svolgono una preziosa azione di supplenza in compiti che toccherebbero a Comune e Abbanoa» affermano “InBosa” e “Acqua bene comune”. Che chiedono perché gli enti «non collaborano con la guardia costiera, per risolvere i casi di emergenza, così da evitare almeno le esalazioni maleodoranti che affliggono gli abitanti e allontanano gli ospiti in vacanza? Sarebbe proprio il caso di garantire a tutti una città più sicura, attraente ed ospitale. I fondi ci sono sempre stati e ci sono tuttora, disponibili e abbondanti» la convinzione e l’auspicio finali.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
L’argomento miasmi e scarichi torna periodicamente d’attualità a Bosa. In particolare quando dai tombini di acque bianche o da quelli di smaltimento delle acque meteoriche, via Lamarmora ad esempio, fuoriescono odori ammorbanti. Diversi mesi fa, la presenza di acque maleodoranti che si riversavano sul fiume dal canale di via Gioberti era stato sollevato da un operatore turistico. Segnalazioni subito prese in seria considerazione dalla guardia costiera di Bosa, al comando del tenente di vascello Luigia Caiazzo, e finite anche sul tavolo della Procura di Oristano rivelano in una nota congiunta i comitati “InBosa” e “Acqua bene comune”. «È in corso una indagine giudiziaria, affidata alla capitaneria di porto» scrivono gli ambientalisti. Che ricostruiscono le alterne vicende bosane in tema di depurazione e reti di smaltimento acque meteoriche e fognarie. «Prima della costruzione del depuratore (1984) abitazioni e attività scaricavano direttamente nel Temo; oggi una tubazione di collettamento di tre chilometri di lunghezza, con una pendenza inesistente, di diametro inadeguato, è all’origine di molti guai. Acque meteoriche e acque nere si mescolano, causando allagamenti e scarichi illegali direttamente nel fiume» denunciano gli ambientalisti. Che puntano il dito anche sull’efficienza del depuratore: «Nelle notti estive a Terridi si sente odore di fogna». Da giorni, dopo una serie di sopralluoghi notati dai cittadini, i militari di Circomare Bosa, «con il supporto di autospurgo e traccianti colorati, stanno ricostruendo una mappatura della rete di scarico delle acque; svolgono una preziosa azione di supplenza in compiti che toccherebbero a Comune e Abbanoa» affermano “InBosa” e “Acqua bene comune”. Che chiedono perché gli enti «non collaborano con la guardia costiera, per risolvere i casi di emergenza, così da evitare almeno le esalazioni maleodoranti che affliggono gli abitanti e allontanano gli ospiti in vacanza? Sarebbe proprio il caso di garantire a tutti una città più sicura, attraente ed ospitale. I fondi ci sono sempre stati e ci sono tuttora, disponibili e abbondanti» la convinzione e l’auspicio finali.
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