La Nuova Sardegna

Nuoro

Appalti pilotati, in sette dal Gip

Appalti pilotati, in sette dal Gip

Sotto accusa il presidente e il direttore generale, udienza preliminare fissata per il 28 maggio

21 marzo 2020
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NUORO. Otto mesi dopo il terremoto giudiziario che ha decapitato i vertici del Consorzio industriale provinciale di Nuoro, il Gip del tribunale del capoluogo ha fissato per il 28 maggio l’udienza preliminare per i protagonisti dell’inchiesta denominata “Il sistema”. È l’indagine della Procura di Nuoro e dalla Compagnia dei carabinieri di Ottana per una serie di presunti appalti pilotati in favore di aziende sarde e calabresi. Davanti al giudice per le indagini preliminari si dovranno presentare Pier Gavino Guiso di Ottana, Tore Serra, di Nuoro, presidente e direttore generale del Cip, l’imprenditore calabrese Tonino Marchio, di Lamezia Terme, il consulente e mediatore di società specializzate nella raccolta dei rifiuti, Donato Sabatino, pugliese, Antonio Busi, lombardo, dirigente dell’Antica fornace Villa di Chiesa, azienda insediata nell’area industriale di Bolotana, Luigi Zilli, piacentino, intermediario e consulente per la stessa società, e Antonino Roncone, abruzzese, progettista titolare della società Ranablu. Sono ritenuti a vario titolo responsabili di istigazione alla corruzione, falso ideologico e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente. Guiso e Serra erano finiti agli arresti domiciliari, mentre per gli altri (tranne Roncone) erano state applicate altre misure. Il Consorzio, in conseguenza dell’indagine, è stato commissariato: la commissaria Pietrina Lecca sta valutando la possibilità che l’ente si costituisca parte civile nel caso di un processo.

L’inchiesta aveva riguardato i rapporti tra il Consorzio e i dirigenti di alcune aziende che avevano sede a Lamezia Terme e a Ottana, ed era iniziata nel 2017. Due filoni: il primo, sulla realizzazione di una piattaforma per il trattamento dei rifiuti, appaltata dalla Regione nel 2015 con un finanziamento 2 milioni e mezzo di euro, ma anche i lavori per la bonifica di rifiuti speciali nell’area industriale del nuorese. L’accusa ritiene si siano verificate assegnazioni illecite a favore delle società Ecotec ed Econet, con sede a Lamezia Terme, all’epoca dei fatti amministrate da Tonino Marchio, entrambe operanti nel settore della gestione dei rifiuti. La progettazione della piattaforma sarebbe stata assegnata a Roncone, ritenuto vicino a Marchio. A dirigere gli affari ci sarebbe stato Donato Sabatino, consulente di società operanti nello smaltimento e trattamento rifiuti. Secondo gli inquirenti, gli accordi collusivi sarebbero stati finalizzati a condizionare la procedura di scelta del contraente nella gara d’appalto per l’assegnazione dei lavori per la realizzazione della piattaforma per il trattamento di rifiuti. Dall’altra, ci sarebbe stata l’istigazione alla corruzione, con la richiesta di denaro, contestata ai vertici del Cip per condizionare l’assegnazione delle opere per lo svuotamento e la bonifica di una vasca di rifiuti speciali. Entrambi gli affidamenti erano in favore alle società di Tonino Marchio. Gli accordi sarebbero stati mediati dall’ingegnere e consulente Donato Sabatino, trait d’union tra i pubblici ufficiali e l’imprenditore. L’altro filone riguarda la gara per la concessione trentennale dei terreni in cui la società Antica Fornace puntava a realizzare un impianto fotovoltaico. L’accordo illegale tra il presidente e il direttore del Cip, e il direttore della società Antica Fornace sarebbe stato finalizzato a eludere la procedura competitiva e a consentire la sottrazione di alcuni lotti di terreni, che interessavano alla società, ma destinati in concessione trentennale per la realizzazione di impianti di produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile.(si.se.)

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