La Nuova Sardegna

Nuoro

TORPè 

Tre insegnanti alla ministra «Aiuti alla sanità e non tablet»

TORPÈ. In questi giorni di grave emergenza in cui morte e sofferenza entrano in tante case italiane, tre maestre baroniesi giudicano inopportuno che lo Stato assegni 85 milioni alla didattica a...

10 aprile 2020
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TORPÈ. In questi giorni di grave emergenza in cui morte e sofferenza entrano in tante case italiane, tre maestre baroniesi giudicano inopportuno che lo Stato assegni 85 milioni alla didattica a distanza piuttosto che alla prioritaria salute del popolo italiano. «Non c’è famiglia immune da questa tragedia» dicono Giovanna Magrini, Daniela Marras e Lourdes Ledda in una missiva indirizzata alla ministra dell’istruzione Lucia Azzolina e pubblicata sul sito Cobas Sardegna. «In un simile contesto, giudichiamo inopportuno se non addirittura vergognoso, che la ministra si sia rivolta ai dirigenti scolastici per sollecitare l’attività didattica a distanza. Con il dovuto rispetto per il ruolo ricoperto dai dirigenti e per lo zelo con cui si prodigano nell’attuazione delle indicazioni ministeriali, vorremmo sottolineare che i maestri siamo noi e che facciamo la scuola, quella vera in classe, ogni giorno con professionalità e amore nei confronti delle creature a noi affidate. Non siamo fannulloni, lavativi come ci dipinge l’opinione pubblica – spiegano – conosciamo bene i ferri del mestiere, l’insegnamento è per noi una vocazione, la Costituzione ne sancisce ancora la libertà e nessuno può imporci come lavorare. Cara ministra – dicono – durante questa crisi epocale i nostri scolari continuano ad apprendere imparando con sacrificio (e non attraverso un tablet) ad affrontare le difficoltà e gli imprevisti che la vita presenta loro, imparando sulla loro pelle cos’è il senso civico, anteporre il bene comune a quello individuale e privandosi di una parte della loro spensierata infanzia. Stanno sperimentando, da innocenti che la salute propria e dei familiari, degli amici vale più di mille progetti. La priorità sembra essere la didattica a distanza, anziché il soccorso della Sanità Italiana in ginocchio. Respiratori, dispositivi di protezione, non tablet chiediamo con forza». (s.s.)

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