La Nuova Sardegna

Nuoro

“Rosa galana”, da Triei un canto di speranza

d Lamberto Cugudda
“Rosa galana”, da Triei un canto di speranza

Il brano interpretato da Manuela Mameli diventa un inno contro il Covid 19 L’artista, rientrata da un tour in Cina e Russia, omaggia la tenacia dell’isola

17 aprile 2020
2 MINUTI DI LETTURA





TRIEI. Con “Rosa galana” (testo e musica di Antonio Pani) cantata con il cuore alla finestra della sua casa, la cantante jazz Manuela Mameli vuole esprimere un atto d’amore verso la Sardegna e tutti i popoli che combattono il coronavirus. «Un canto per chi è lontano dalla sua casa – spiega – a chi è in prima linea e chi non può stare accanto a chi ama». E proprio a questi è andato il primo pensiero della jazz vocalist di 31 anni, che ha terminato la sua (doppia) quarantena fiduciaria iniziata dopo la tournée in Cina e Russia. La chitarra e la sua voce hanno amplificato il sentimento, una volta spalancate le finestre di casa, “Rosa Galana” è fiorita dal davanzale, è risuonata nelle strade deserte di Triei. «La musica e il suo potere collettivo: la canzone è diventata un simbolo, un fiore da porgere a chi combatte dalla propria casa, a chi lotta in corsia e a chi non ce l’ha fatta».

La cantante di Triei rimarca che la musica sarda e la Sardegna le hanno sempre dato un forte senso di appartenenza. «È un legame – precisa alla fine della sua quarantena fiduciaria di ritorno dalla Russia – un legame che si è fortificato durante queste esperienze di distacco fisico e di paura in cui ho sentito maggiormente di essere parte della mia terra». E “Rosa galana”, con la sua personale rivisitazione che ne fa un perfetto manifesto per un atto d’amore, ha preso forma con naturalezza dalla finestra della sua casa, per arrivare al cuore di tutti, «per dire che ce la faremo». La canzone del maestro Pani è stata di grande ispirazione. Al rientro dalla tournée internazionale che l’ha vista impegnata dapprima in Cina per un importante ingaggio nel Jazz club di Shangai, Manuela ha rivolto un pensiero alla provincia dello Zhejiang, anch’essa la sua casa. «La Cina è una terra che amo e che mi ha accolta come una figlia e in cui sarei dovuta rimanere fino alla fine di febbraio – dice l’interprete ogliastrina che ha dovuto osservare la doppia quarantena – ma per la grande emergenza del coronavirus abbiamo bloccato i concerti. Sono stati dei giorni di grandissima paura, non sapevamo se saremmo riusciti a tornare a casa».

Alla tournée interrotta a causa dell’improvvisa epidemia di Covid-19 è seguito un nuovo ingaggio come jazzista per una serie di concerti nelle Filarmoniche di diverse località della Federazione Russa, della Siberia e della Crimea, accompagnata da un trio jazz russo, quando ancora il coronavirus non aveva colpito l’Europa.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
I soccorsi

Olbia, si schianta con il suv contro tre auto parcheggiate

Le nostre iniziative