La Nuova Sardegna

Nuoro

Dai bar e i ristoranti al servizio a casa «Vino ve ne bisogna»

di Valeria Gianoglio

L’iniziativa lanciata da Roberto Pugliese conquista il web «Ho dovuto reagire allo stop e reinventarmi il lavoro»

22 aprile 2020
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NUORO. «E cosa potevo fare, altrimenti? Continuare a deprimermi, a rimanere senza lavoro e senza far niente aspettando chissà che cosa? Sono abituato a cambiare mestiere: questa, in teoria, sarebbe la mia terza vita bis: nella prima vendevo i film e videocassette, nella seconda ero concessionario di dvd e gadget porno, poi, dopo che l’era delle videocassette e il resto è tramontato, ho fatto e lo sono anche ora l’agente di commercio nel settore vinicolo. E adesso, visto che il vino non lo posso più vendere nei bar e ristoranti perché sono chiusi per le restrizioni, il vino lo porto a domicilio nelle case dei privati. E mi sono di nuovo reinventato tutto».

Cinquantatrè anni “portati benissimo” come ama ripetere nel suo pieno spirito scanzonato, nuorese doc – da anni ormai vive nel rione di Santu Predu – a dispetto del cognome, Roberto Pugliese a Nuoro città sono davvero in pochi che non lo conoscono, considerato tutto quello che ha fatto in questo primo mezzo secolo di vita movimentata. Tra lavori e tante passioni: a cominciare da quella per la radio e per gli eventi culturali che spesso organizza insieme agli amici di Casa Rossi.

Eppure, anche a Roberto Pugliese, la quarantena forzata e il confinamento tra le mura domestiche senza avere più le entrate del sudato lavoro, nelle scorse settimane hanno assestato un brutto colpo. «Stavo rischiando la depressione – racconta – ma poi succede che qualche giorno prima di Pasqua mi contatti un’amica che vive a New York per chiedermi se potevo portare una cassetta di vini ai suoi cari a Nuoro. Poi mi chiamato un altro compare, dall’America, per cercare di darmi una scossa. E così ho cominciato a portare i vini a domicilio: quelli che vendo anche come agente di commercio per conto di diverse cantine della Sardegna. A Nuoro li consegno io, nel territorio mi appoggio alle poste private». Il resto è storia dell’ultima settimana: un logo confezionato ad hoc, grazie all’aiuto di un amico fidato, Enrico Burrai, e un dominio registrato che sta già spopolando sul web: “Vino ve ne bisogna”.

Una specie di riscatto, di grido d’orgoglio di una categoria di venditori ambulanti ma solo per poco che d’estate battono le spiagge per proporre il loro lavoro. “Vino ve ne bisogna, signò?” è la domanda che sotto l’ombrellone chiunque nei lidi della Sardegna si è sentito rivolgere prima o poi. «Ho scelto quella frase come nome dell’attività perché mi diverte e mi rappresenta – spiega ancora Roberto Pugliese – ho sempre guardato e ammirato i ragazzi che in spiaggia chiedevano ai turisti se avevano bisogno di qualche forma di formaggio prodotto da loro o nel territorio, e lo chiedevano sotto il sole, senza risparmiarsi. Ho una grande rispetto per la loro forza nel fare quel lavoro. Per questo ho scelto il nome “Vino ve ne bisogna”. Perché sono un sardo testardo e ho voglia di promuovere i nostri vini e le nostre ricchezze. Penso che puntare sui prodotti sardi e sulle nostre eccellenze sarà la strada da seguire anche quando sarà finito questo periodo così difficile per tutti. Ma credo anche che dalle brutte cose spesso nascano idee positive».

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