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Nuoro

Lanusei, l’Avis si fa in due col sangue e le donazioni

di Giusy Ferreli
Lanusei, l’Avis si fa in due col sangue e le donazioni

Gli operatori sanitari e i volontari in trincea per assicurare servizio e solidarietà Il presidente Arzu: «Presto daremo la terza fornitura di dispositivi di protezione»

23 aprile 2020
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LANUSEI. L’Avis ogliastrina è due volte in trincea: da una parte con l’azione costante a supporto della donazione di sangue, dall’altra con le donazioni di dispositivi di protezione all’ospedale di Lanusei. Il centro trasfusionale del Nostra signora della Mercede, dove attualmente sono rimaste in servizio soltanto due dottoresse, è in contatto quotidiano con l’associazione guidata da Carmine Arzu, cui spetta il compito di coordinare con le otto sedi comunali delle attività. «Nonostante la situazione che stiamo attraversando – sottolinea Arzu – il personale sanitario del presidio e i volontari dell’Avis continuano a lavorare, nel pieno rispetto delle regole, per raccogliere le sacche di sangue necessarie per le trasfusioni ai pazienti talassemici e per le urgenze». Non solo. L’esecutivo provinciale ha deliberato, d’intesa con le sedi comunali dell’Ogliastra, di dimostrare concretamente il sostegno, impegnando parte del bilancio per donare al Centro trasfusionale una scorta di dispositivi di protezione individuale, destinati a garantire la massima sicurezza durante la donazione.

«Nelle scorse settimane – dice il presidente – sono già state consegnate due forniture ed è prevista una terza a breve. Successivamente, verranno garantite forniture in funzione del fabbisogno del reparto. Alcuni soci, venuti a sapere dell’iniziativa in corso, hanno deciso di aderire versando un’offerta destinata all’acquisto del materiale protettivo». Per un’attività che va avanti, un’altra rischia di fermarsi: quella del reparto di Pediatria. Un fronte compatto si è schierato contro la decisione di far seguire le gestanti a rischio di parto prematuro (sotto le 35 settimane) in altri ospedali della Sardegna per mancanza di specialisti.

Il sindaco Davide Burchi invoca una soluzione immediata: «L’emergenza non deve essere un pretesto. Nonostante le difficoltà del momento legate al coronavirus e peraltro affrontate al meglio – dice il primo cittadino – si deve garantire la piena operatività del punto nascita». Ancora più duro il comitato “Giù le mani dall’Ogliastra”: «Pian piano, tessera dopo tessera, il Nostra signora della Mercede va verso un triste destino e l’Ogliastra ancora una volta viene lasciata in balia di se stessa» dice Adriano Micheli a nome del sodalizio. Anche il portavoce dell’altro comitato, “Tutti uniti per l’ospedale ogliastrino”, pone l’accento sulle criticità dei servizi ospedalieri che si sono accentuate in queste settimane. «Pediatria è in affanno – sottolinea Bruno Piras – tre medici sembrerebbero in maternità e una trasferita dalla Protezione civile in altra sede. La paura è che con l’epidemia in atto non si stia pensando ai reparti».

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