La Nuova Sardegna

Nuoro

Orosei, tre anni per omicidio colposo

Orosei, tre anni per omicidio colposo

Moto contro cavallo, confermata la condanna per il proprietario dell’animale

12 maggio 2020
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OROSEI. La Corte d’appello di Sassari il 17 dicembre scorso confermando la sentenza di primo grado, aveva condannato a tre anni di reclusione Lorenzo Curreli, odontotecnico fonnese difeso dagli avvocati Aldo Petta e Antonella Soddu, perché accusato di omicidio colposo e simulazione di reato, per la morte di un trentenne motociclista di Orosei, Luca Mereu (i familiari si erano costituiti parte civile con gli avvocati Giovanni Colli, Francesco Mossa e Maria Giovanna Marras), deceduto il 15 ottobre del 2011 a seguito di un incidente.

Sentenza motivata in 37 pagine in cui alla ricostruzione del processo di primo grado e ai motivi d’appello sono seguiti quelli della decisione finale. La Corte di Sassari, infatti, condividendo la ricostruzione dei fatti operata nella sentenza impugnata «perché conforme alle risultanze processuali, così come le argomentazioni logico giuridiche in punto di sussistenza di reato, colpevolezza dell’imputato e trattamento sanzionatorio», ha ritenuto che all’esito dell’istruttoria dibattimentale «siano emersi indizi chiari, precisi e concordanti che consentono di affermare la responsabilità penale di Curreli al di là di ogni ragionevole dubbio».

La vittima, la notte del 15 ottobre di quattro anni fa, poco dopo le 23 era in sella a una Suzuky Gs 600 e rincasava dopo una serata di lavoro in un ristorante di Cala Ginepro. Era quasi arrivato in paese quando, lungo la strada, la sua moto si era schiantata contro un cavallo che era spuntato all’improvviso all’altezza di un rettilineo sulla statale 125. L’impatto era stato violentissimo. Il motociclista era stato sbalzato a una trentina di metri e nel volo aveva perso il casco. Luca Mereu era morto sul colpo così come il cavallo contro il quale si era scontrato. Gli inquirenti avevano avvisato subito il proprietario dell’animale che si aggirava sulla Statale 125 senza alcun controllo. Curreli aveva sempre sostenuto che l’animale fosse fuggito dal recinto di un suo terreno perché spaventato da un incendio. Ma una vedetta dell’antincendio, sentita in udienza, aveva escluso che quella sera nella zona ci fosse stato un rogo. (k.s.)

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