La Nuova Sardegna

Nuoro

Droga in camera da letto: 12 chili di marijuana e coca

di Enrico Carta
Droga in camera da letto: 12 chili di marijuana e coca

Blitz dei carabinieri di Silanus a Bosa: arrestato un disoccupato 39enne L’indagine aperta dalla produzione nel Marghine allo spaccio nella Planargia 

24 maggio 2020
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BOSA. Bussano alla porta, ma stavolta non sono i clienti arrivati sin lì per gli acquisti. Bussano e non chiedono permesso perché hanno la divisa. Sono i carabinieri della stazione di Silanus che piombano in una casa di via Ciusa Romagna a Bosa e sequestrano un fiume di droga, prima di portarsi via in manette Antonio Pietro Piras, 39 anni. Non ha un lavoro o forse il suo lavoro è proprio quello di essere l’anello di collegamento tra chi coltiva e produce e chi deve smerciare la droga, ma sono cose che stabiliranno eventuali indagini e forse anche il processo per direttissima che è cominciato ieri con la convalida del fermo dell’arrestato decisa dal giudice Carla Altieri su richiesta del pubblico ministero Marco De Crescenzo.

Convalidato l’arresto, il 39enne di Bosa va ai domiciliari e al giudizio abbreviato condizionato alla perizia sulla sostanza sequestrata ieri mattina dai militari dell’Arma di Silanus.

L’avvocato difensore Vittorio Delogu ha fatto la sua mossa chiedendo che il processo venga celebrato con rito abbreviato e quindi ha ottenuto i termini a difesa. L’udienza si terrà non appena sarà concluso l’esame sullo stupefacente che servirà per stabilire la quantità di principio attivo presente. La sensazione però è che i carabinieri abbiano messo le mani su qualcosa di molto “prezioso”. A prima vista sembra tutta droga di prima qualità, ma ciò che più impressiona è la quantità, elemento che chiarisce che non si è di fronte a un piccolo giro, ma che era in corso qualcosa di ben più strutturato e capillare.

Nella casa di Antonio Pietro Piras c’era un ricco campionario. Dentro i fusti sistemati nella camera da letto e anche in alcuni contenitori più piccoli c’erano quasi dodici chili di marijuana a cui vanno aggiunti 380 grammi di trinciato di marijuana e un chilo di boccioli sempre di cannabis. In salotto sotto i cuscini del divano, la perquisizione ha permesso di recuperare circa 700 grammi di hascisc e 110 grammi di cocaina assieme a sostanza da taglio, a un bilancino, a delle forbici e a una macchina per le confezioni sottovuoto.

Sul televisore, un contenitore in metallo ha attirato l’attenzione dei militari. Una volta aperto è saltato fuori il tesoretto di Antonio Pietro Piras: dentro c’erano 6mila euro, anche questi sequestrati e alquanto sospetti perché l’arrestato non ha un lavoro e difficilmente sarebbe stato in grado di procurarsi delle somme simili. Si ipotizza quindi che tutte quelle banconote fossero gli incassi per qualche attività collegata allo spaccio di droga. Il sequestro è comunque un segnale chiaro sul fatto che il Marghine continui a essere una terra in cui le coltivazioni di marijuana crescono rigogliose. Non sembra una mera coincidenza il fatto che i carabinieri siano partiti dalla stazione di Silanus per arrivare sino a Bosa. Più probabilmente è il segnale che vecchie operazioni e indagini approfondite li abbiano condotti sino in Planargia, dove il mercato dei consumatori continua evidentemente a essere molto florido.

Quel che certamente non è “Made in Sardinia” è la cocaina e questo sembra essere un segnale inequivocabile del fatto che i canali di collegamento con i traffici di polvere bianca che arriva dalla penisola o da altre zone d’Europa continuano a essere attivi.

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