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Nuoro

Bosa, l’ospedale Mastino perde il rianimatore h24

di Alessandro Farina
Bosa, l’ospedale Mastino perde il rianimatore h24

Mobilitazione dei sindaci della zona contro il depotenziamento della struttura Altri medici dirottati a Oristano. Il sindaco: pronti a ricorrere alla magistratura 

07 luglio 2020
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BOSA. Torna l’allerta rossa nella città del Temo, per il pesante rischio che possa saltare più di un servizio fondamentale all’ospedale Mastino. «Per la prima volta nella storia dell’ospedale non ci sarà la figura del rianimatore nelle ore notturne. Una nota dell’Ats dice che non saranno portati in Pronto soccorso pazienti che richiedono trattamenti urgenti rianimatori, ma verranno dirottati verso altri Pronto soccorso dotati di tale figura» denuncia nella serata del 5 luglio la segretaria regionale dello Fsi-Usae Beatrice Mura. L’ospedale di Bosa è il punto di riferimento per l’intera fascia centro occidentale dell’isola, soprattutto per Planargia e Montiferru.

I sindaci di queste aree sono pronti a un’azione unitaria a difesa della sanità. Dalla Federazione sindacati indipendenti arrivano parole di fuoco, e il consigliere regionale dei riformatori Alfonso Marras presenta una interrogazione in consiglio regionale chiedendo garanzie per l’ospedale di Bosa. Dalle rassicurazioni dei giorni scorsi al lancio di inequivocabili messaggi di fortissima apprensione è stato, insomma, un attimo.

«Negli ultimi giorni il livello di attenzione è ulteriormente aumentato di fronte alle segnalazioni del pericolo di sospensione di alcuni servizi. Così ho dato avvio ad una ininterrotta attività di sollecitazione delle più alte cariche regionali, chiedendo la tutela del presidio sanitario. Per scongiurare la sospensione del servizio di Pronto soccorso, Anestesia e di altri assolutamente irrinunciabili», afferma il consigliere regionale Alfonso Marras. «Non intendo accettare alcuna decisione che possa depotenziare l’ospedale di Bosa, ho chiesto con durezza che venga immediatamente trovata una soluzione” il preludio ad una interrogazione urgente in consiglio regionale.

La Fsi-Usae chiede «Ma possiamo ancora mettere a repentaglio la vita dei nostri concittadini? Non posso credere che non siano stati valutati i rischi-benefici di tale scelta» commenta Beatrice Mura. Il sindaco di Bosa Piero Franco Casula, pur «Comprendendo le difficoltà complessive della sanità conseguenti alla massima emergenza sanitaria per il Covid-19», non riesce a spiegarsi «Perché ogni giorno da parte della Assl c’è un provvedimento che va in direzione opposta al fatto, ribadito, che l’ospedale debba avere un Pronto soccorso in quanto presidio di zona disagiata». Per Casula «Un giorno si chiede di spostare gli anestesisti a Oristano, e il Pronto soccorso diventa un Punto di primo intervento. Il giorno dopo nasce il problema di garantire il numero di medici necessari nel reparto di Medicina. Il giorno dopo comunicano che a partire dal 15 luglio chiuderà il laboratorio Analisi (rimarrà solo un punto prelievi) e il personale sarà trasferito ad Oristano. Problemi anche nel 118…». Per Casula un «Attacco a tutto tondo, che non intendiamo subire. Se sarà il caso anche verificando, con un ricorso alla magistratura, la legittimità degli atti» dice. Casula tesse anche una rete locale di mobilitazione. «Siamo in stretto contatto con il presidente dell’Unione dei comuni, pronti a convocare i consigli comunali. Mettiamo al bando sterili e inutili polemiche, nessuna bandierina al petto per difendere con tutti i mezzi a disposizione il nostro ospedale» conclude Piero Franco Casula.

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