La Nuova Sardegna

Nuoro

ospedale di bosa 

Pressing politico per il Mastino vertice all’Unione dei Comuni

di Alessandro Farina

BOSA. «Comprendiamo la difficoltà di reperire medici da un giorno all’altro. Non comprendiamo il fatto che a distanza di un anno non sia stato risolto il problema». Sono passati dodici mesi da quanto...

12 luglio 2020
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BOSA. «Comprendiamo la difficoltà di reperire medici da un giorno all’altro. Non comprendiamo il fatto che a distanza di un anno non sia stato risolto il problema». Sono passati dodici mesi da quanto l’assessore regionale alla Sanità Mario Nieddu venne in visita all’ospedale e partecipò a una riunione allargata del consiglio comunale per discutere dei problemi del Mastino. Da allora altre riunioni istituzionali si sono celebrate a Bosa e Cagliari, con i vertici politici e amministrativi dell’Ats. «Ma nulla sembra essere cambiato» è la riflessione del sindaco Piero Franco Casula. «Negli ultimi mesi, anche a causa dell’epidemia, si è passati da un’emergenza all’altra, compreso autonome decisioni di alcuni responsabili Ats e Assl nel tentativo di scardinare, pezzo per pezzo, la struttura sanitaria territoriale» dice senza mezzi termini il primo cittadino di Bosa. Che lamenta ridimensionamento di servizi, spostamenti di personale, turnover non garantito per tempo dopo mobilità e pensionamenti. «Insomma, un continuo e reiterato attacco frontale atto a distruggere l’esistenza dell’ospedale di Bosa e l’offerta sanitaria nel territorio. Tutto questo non si può tollerare e accettare» è quello che appare un chiaro j’accuse indirizzato come un siluro verso i centri decisionali di Oristano e Cagliari. Premesse, nel lungo documento che annuncia l’assemblea straordinaria dell’Unione dei Comuni prevista per domani lunedì 13 luglio dalle 11.30 nell’aula consiliare di piazza Carmine a Bosa.

Un incontro al quale sono stati invitati il presidente della Regione Christian Solinas, l’assessore della Sanità Mario Nieddu, tutti i consiglieri regionali eletti nel collegio di Oristano, le forze sindacali e le fasce tricolori della Planargia, incontro che si annuncia non più come tavolo attendista di rivendicazioni, ma come base di lancio in cui tessere le trame dell’unità del territorio e ottenere risposte celeri e pratiche, che scongiurino il paventato smantellamento dei servizi sanitari nella fascia centro occidentale dell’isola. «Non ci interessa cercare responsabili e responsabilità, guardare agli errori e trovare capri espiatori: il momento che stiamo vivendo è straordinario e va affrontato in modo straordinario. Per questo servono decisioni immediate» è l’ultimatum dalla Planargia. «Vogliamo evitare lo scontro e continuiamo a chiedere buon senso e operatività nelle scelte» la finestra di dialogo sempre aperta. Ma con l’obiettivo di «evitare la chiusura definitiva», questo è il punto chiave al centro del dibattito di domani a Bosa.

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