La Nuova Sardegna

Nuoro

Abuso d’ufficio al Consorzio di Bonifica, il caso è archiviato

Abuso d’ufficio al Consorzio di Bonifica, il caso è archiviato

NUORO. Con decreto di archiviazione il giudice per le indagini prelinari Claudio Cozzella ha posto fine a un’annosa vertenza nata a seguito di numerosi esposti da parte di un dipende del Consorzio di...

24 luglio 2020
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NUORO. Con decreto di archiviazione il giudice per le indagini prelinari Claudio Cozzella ha posto fine a un’annosa vertenza nata a seguito di numerosi esposti da parte di un dipende del Consorzio di Bonifica, il geometra Francesco Porcu, nei confronti dei propri dirigenti, gli ingegneri Antonio Madau e Sebastiano Bussalai e anche del presidente del consiglio di amministrazione Ambrogio Guiso, in quanto li accusava di non farlo lavorare in modo adeguato. Una sorta di mobbing che secondo il dipendente aveva subito tra il 2017 e il 2018, e che era legato alla sua testimonianza al processo per l’alluvione Cleopatra e alla polizia giudiziaria. La vicenda, era approdata dal gip dopo che il pubblico ministero Riccardo Belfiori aveva presentato richiesta di archiviazione, alla quale, però, si era opposto Porcu. Ieri il verdetto del giudice che scrive: «Benchè ammissibile, l’opposizione alla richiesta di archiviazione avanzata dal Porcu, non possa trovare accoglimento, essendo infondata nel merito. In particolare, – motiva il giudice condividendo le osservazioni poste dal pm – alla luce delle indagini compiute a seguito dell’ennesimo esposto presentato da Porcu nei confronti del vertice del Consorzio, non sono emersi concreti elementi a sostegno della originaria ipotesi accusatoria (con particolare riferimento ai maltrattamenti sub specie di mobbing e all’asserita omissione di atti di ufficio). «Il provvedimento del gip – commentano gli avvocati Sebastiano Chironi, Basilio Brodu e Federica Chironi, difensori degli indagati – restituisce dignità e riconosce correttezza all’operato di dirigenti e amministratori, divenuti ingiustamente bersaglio delle inopinate denunce del dipendente le quali sono state valutate dallo stesso giudice come infondate e destinate al fallimento».

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