La Nuova Sardegna

Nuoro

Cala Gonone, fotografati i resti di un piccolo di foca monaca

Cala Gonone, fotografati i resti di un piccolo di foca monaca

L'annuncio è stato dato dal Corpo Forestale

04 settembre 2020
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CALA GONONE. Eccezionale ritrovamento nella serata del 29 agosto scorso nel Golfo di Cala Gonone. Un’abitante del luogo durante una passeggiata lungo la spiaggia ha avvistato qualcosa di particolare sulla battigia. Si trattava della carcassa di un piccolo di foca del quale erano ben evidenti il cranio e gli arti anteriori e posteriori.

La donna ha quindi scattato delle immagini che ha poi inviato al numero verde del Corpo forestale 1515, attivo 24 ore su 24 per la segnalazione delle emergenze ambientali.

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Purtroppo, durante la notte, la risacca ha portato via i resti del mammifero prima che si riuscisse ad effettuare la necessaria repertazione. Le immagini sono ora al vaglio dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna - sede di Tortolì, che da una prima analisi si è espresso in maniera positiva non potendo però determinare la specie con certezza vista l'assenza di reperti ossei e tissutali.

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Dopo tanti anni è la prima volta che viene rinvenuto un esemplare di questa specie lungo la costa del golfo di Orosei. Il Corpo forestale ringrazia la sensibile cittadina per aver immediatamente comunicato il fatto a dimostrazione dell’attenzione che la popolazione nutre per l’ambiente e la fauna della Sardegna e porterà a conoscenza dell'eccezione evento l'Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), presso il Ministero dell'ambiente della tutela del territorio e del mare.

Cenni storici Una leggenda narra che un pescatore ponzese era solito depositare il pescato in una grotta presente lungo una spiaggia del litorale Ogliastrino. La spiaggia, conosciuta allora con il nome di “Ispuligi de nìe”, dal sardo “le pulci di mare”, un termine usato per indicare i sassolini bianchi presenti in questa meravigliosa spiaggia dell’Ogliastra, venne ribattezzata da questi con il nome di “Cala Mariolu”, dal napoletano “mariuolo”, cioè “ladro” perché il pescato veniva sistematicamente predato dalle foche senza che queste faticassero più di tanto.

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