La Nuova Sardegna

Nuoro

Causa da 9 zeri al Comune, round agli eredi Pusceddu

di Simonetta Selloni
Causa da 9 zeri al Comune, round agli eredi Pusceddu

Siniscola, l’ente aveva chiesto il sequestro della chiesa di Sant’Elena: respinto Resta pendente il risarcimento miliardario rivendicato dall’amministrazione

23 settembre 2020
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SINISCOLA . Un punto a favore dei discendenti del benefattore di Siniscola Giovanni Pusceddu, morto oltre cento anni fa (nel 1911), lasciando un considerevole patrimonio all’erigendo ospedale della Santissima Trinità, mai realizzato. I suo beni, attraverso gli anni, sono passati nella disponibilità del Comune di Siniscola, contro il quale hanno intentato una causa miliardaria i discendenti di Pusceddu appunto, Claudio Marceddu e una anziana zia dell’uomo. I discendenti del benefattore e della moglie, attraverso l’avvocato Carmine Grieco, chiedono al Comune un risarcimento di circa un miliardo di euro, considerando che nell’eredità rivendicata da Marceddu e dalla zia ci sono terreni, molti dei quali di pregio, fabbricati, aziende, i due campeggi comunali, l’ex ostello della gioventù, il rifugio di S’Adde, alcuni chioschi bar a Santa Lucia e a Capo Comino e la chiesa di Sant’Elena con il novenario.

Mentre la causa civile per il risarcimento prosegue in tribunale (giudice Meloni, il Comune è rappresentato dall’avvocato Giuseppe Longheu), si è chiusa una parentesi riguardante proprio la chiesa di Sant’Elena. Il Comune aveva proposto ricorso il cui obiettivo era ottenere il sequestro giudiziario della chiesa di Sant’Elena e di tutte le pertinenze. Alla base della richiesta c’era il fatto che durante il lockdown, Claudio Marceddu aveva compiuto alcuni lavori sulla sommità del portone di ingresso alla chiesa a causa dei distacchi di intonaco. Il Comune riteneva quei lavori abusivi. Il giudice è stato però di diverso avviso, e ha accolto le motivazioni rappresentate dall’avvocato Grieco, rigettando il ricorso del Comune di Siniscola dando ragione a Marceddu.

È una piccola parentesi a fronte della consistenza della causa principale sulla quale ancora non c’è un pronunciamento. La richiesta degli eredi è fondata sul fatto che il nobiluomo aveva stabilito che il suo patrimonio andasse agli enti caritevoli, e quindi al Comune, con il vincolo che venisse realizzato un ospedale per i poveri orfani di Siniscola. Mai fatto. C’è poi una sentenza, diventata definitiva nel 1954, che dava sì torto alle pretese degli eredi, ma che non venne mai messa in esecuzione. Il risultato, secondo gli eredi, è che il Comune non aveva titolo a vendere il patrimonio. Nonostante questo, l’ente ha lottizzato centinaia di ettari: le frazioni balneari di Sa Petra Ruia e S’Ena e sa chitta sono state realizzate su quei terreni. Gli eredi sostengono che tutti quegli atti siano nulli. E vogliono l’indennizzo corrispondente, ossia un miliardo di euro. Per ora, incassano la pronuncia che riguarda i lavori alla chiesa di Sant’Elena.

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