La Nuova Sardegna

Nuoro

Casa di riposo, smantellate le condanne

di Valeria Gianoglio
Casa di riposo, smantellate le condanne

In appello cade l’accusa di abbandono di incapace e lesioni. Pena ridotta da 5 a un anno l’omicidio colposo di un’ospite

24 ottobre 2020
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NUORO. Da 5 anni a un anno, caduto il capo di imputazione di “abbandono di incapace” e i reati ad esso legati perché considerati una conseguenza dello stato di abbandono, riqualificata in “omicidio colposo” la morte di un’anziana ospite della struttura che si era uccisa buttandosi da una finestra. Non fu causata da uno stato di abbandono, dicono i giudici, ma da una mancata sorveglianza momentanea. Assolti, “perché il fatto non sussiste” dall’accusa di lesioni nei confronti di un altro anziano.

Ieri i giudici della corte d’assise d’appello di Sassari, hanno smantellato, di fatto, la sentenza di primo grado che nel gennaio di due anni fa aveva condannato l’allora direttrice della residenza per anziani di via Aosta, Rosanna Serra, e l’allora presidente dell’associazione che gestiva la struttura, Gianluigi Masala, a 5 anni per “abbandono di incapace” aggravato dall’evento morte, e li aveva assolti, invece, dal capo d’imputazione meno grave, quello di aver somministrato farmaci scaduti agli anziani ospitati tra le mura della casa di riposo di via Aosta. Sentenza di primo grado parzialmente riformata e condanne ridotte a 1 anno, dunque, dice il dispositivo del verdetto pronunciato ieri dai giudici della corte sassarese presieduta da presieduta da Maria Teresa Lupinu, a latere il giudice Maria Grixoni. Ma nella sostanza cambia tutto o quasi: la posizione degli imputati ne esce decisamente alleggerita per tanti aspetti, e libera di un capo d’imputazione. Quello legato alle lesioni su un anziano ospite della struttura: per i giudici della corte d’assise di Nuoro quelle lesioni gliele avevano procurate alcuni operatori socio-sanitari assunti dai due imputati. Per i giudici di secondo grado, invece, quel reato non è mai esistito: e dunque i due imputati sono stati assolti “perché il fatto non sussiste”.

Di tutti gli episodi contestati a Rosanna Serra e a Gianluigi Masala, dunque, resta in piedi, seppur decisamente alleggerito, e riqualificato, quello relativo alla morte di un’anziana ospite della residenza di via Aosta che si era buttata da una finestra della casa di riposo. Ma nemmeno quel tragico episodio, evidentemente, secondo i giudici di secondo grado, era stato il frutto di uno stato di “abbandono di incapace”. Quella morte, in altri termini, non è avvenuta perché i due imputati non avevano messo in atto tutti i dispositivi di sicurezza e la necessaria vigilanza, ma solo per una mancata sorveglianza temporanea. Per la corte d’assise d’appello, dunque, non è stato un “abbandono di incapace” aggravato dall’evento “morte”, ma un più leggero, per il codice penale, “omicidio colposo”. Il processo d’appello, dunque, si chiude con una sostanziale vittoria della difesa e un ridimensionamento notevole delle accuse. Il procuratore generale, Stefano Fiori, aveva sollecitato la conferma della condanna di primo grado. Idem la parte civile, rappresenta dall’avvocato Nazarena Tilocca, che tutela i familiari degli anziani.

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