La Nuova Sardegna

Nuoro

Covid, Bosa è ancora in attesa dei dati aggiornati

di Alessandro Farina
Covid, Bosa è ancora in attesa dei dati aggiornati

Il sindaco di Montresta ha attivato il Coc. Allarme tenuta economica tra i circoli e le associazioni

07 novembre 2020
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BOSA. Restano ufficialmente quattro, ma in queste ore sono in corso verifiche su ulteriori possibili casi e sono probabili ulteriori aggiornamenti ad horas, le persone risultate positive al Covid-19 nella città del Temo. Un caso si registra in Planargia, a Montresta, dove il sindaco ha attivato il Coc. Nella città del Temo non mancano poi le preoccupazioni sulla tenuta economica delle imprese, compresi i circoli che sostengono le attività culturali di enti e associazioni, sancisce l’Sos in arrivo dalla Casa del Popolo. A Bosa l’ultimo avviso fa il punto della situazione Covid-19 fino al 4 novembre, con il sindaco Piero Franco Casula, che riferisce: «Sale a quattro il numero delle persone positive» dopo che un cittadino recatosi in un ospedale del Nord Sardegna per un intervento chirurgico ha avuto l’esito del tampone effettuato prima dell’intervento.

«Tutti stanno bene, sono in quarantena presso le loro abitazioni e non presentano sintomi» spiega Casula. Che aggiunge: «A causa della carenza di reagenti c’è un forte rallentamento nel processare i tamponi già fatti a tante persone» ancora in attesa quindi di ricevere il risultato. A Montresta «purtroppo anche nella nostra comunità si riscontra la presenza di una persona positiva al Covid-19. La situazione è costantemente monitorata, il Comune ha tempestivamente attivato il Coc» conferma il vice sindaco Mauro Mastino. Che, come il sindaco di Bosa, confida nel senso di responsabilità dei cittadini. Ma oltre agli aspetti legati alla salute pubblica in Planargia, e particolarmente a Bosa, si segue anche l’andamento di un’altra curva, quella economica legata al turismo ed ai servizi connessi. A lanciare pubblicamente un messaggio di chiara difficoltà è il circolo legato alla Casa del Popolo, dopo le ultime norme in arrivo con i Dpcm. «Nonostante la nostra non sia un’attività commerciale, anche noi abbiamo un affitto e delle spese vive da sostenere e non abbiamo potuto accedere agli emolumenti messi a disposizione nel precedente lockdown. Ad oggi siamo in difficoltà, così come altre tantissime realtà» dicono dall’associazione che opera a Bosa. Dove la paura, superata la fase di massimo allarme, è di non poter più riaprire. Una situazione, dei circoli a sostegno di delle realtà associative, che si chiede venga presa in considerazione da parte delle istituzioni locali, l’esempio è quello di Nuoro, «se si vuole salvare il territorio dal progressivo inaridimento culturale e sociale» la motivazione.

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