La Nuova Sardegna

Nuoro

tribunale 

Oltraggiarono capitano dei vigili farmacista e figlio a giudizio

NUORO. L’avrebbero aggredita verbalmente e strattonata perché aveva osato contestare il modo in cui era stata parcheggiata la loro auto, in divieto di sosta. Ieri mattina, il capitano della polizia...

11 novembre 2020
2 MINUTI DI LETTURA





NUORO. L’avrebbero aggredita verbalmente e strattonata perché aveva osato contestare il modo in cui era stata parcheggiata la loro auto, in divieto di sosta. Ieri mattina, il capitano della polizia municipale di Nuoro, Katia Zanda, parte civile con l’avvocato Basilio Brodu al processo che vede imputati Domenico e Roberto Nieddu, padre e figlio, accusati di oltraggio a pubblico ufficiale (difesi dall’avvocato Angelo Magliocchetti), sentita come teste ha raccontato davanti al giudice monocratico Alessandra Ponti e al pm Francesca Pala la giornata del 4 maggio di tre anni fa. «Quella mattina ero in pattuglia con gli agenti Alessandra Pittalis e Giovanni Ticca; stavamo rientrando al comando quando all’altezza di viale Repubblica e via Aosta abbiamo notato una situazione della viabilità a dir poco critica: 5 o 6 auto in divieto di sosta, in corrispondenza di incroci e isole spartitraffico. Tre di queste le avevamo sanzionate. Di fronte alla farmacia Nieddu – ha detto Zanda – ho notato un veicolo che occupava parte del marciapiede e di un’area pedonale. Era un’Audi grigia in quel momento incustodita. Proprio mentre stavo compilando il preavviso ho sentito delle voci. Un giovane inveiva contro di me dicendomi: «Che c...o stai facendo, cosa pensi di fare». Ho capito che aveva a che fare con l’auto parcheggiata – ha aggiunto il capitano –. Gli ho chiesto documenti e generalità ma non mi ha risposto. Continuava ad urlare. Ad un cento punto mi ha tolto di mano il bollettario, ha strappato il preavviso (il foglio di colore giallo, l’ha appallottolato e buttato a terra. Quel vociare aveva attirato tanti passanti. Ad un cento punto dalla farmacia è uscito un signore con il camice (Domenico Nieddu, il farmacista ndr) che mi ha afferrata per il braccio mentre continuava ad urlarmi addosso. Solo dopo, quando ho chiamato in aiuto il 112, sono venuta a conoscenza delle generalità dei due imputati. Una volta rientrati al comando mi sono sentita male – ha concluso Zanda –. Ero molto turbata per via dell’atteggiamento aggressivo che avevo subito, sia come lavoratrice e sia come donna. Mi faceva male il braccio, segnato dai lividi che il farmacista mi aveva lasciato». Il difensore dei Nieddu che hanno sempre dichiarato di essere proprietari dell’area in cui era parcheggiato il veicolo, ha controesaminato il teste puntando proprio su questo aspetto. «Non si trattava di un’area pubblica e non c’erano marciapiedi» ha detto Magliocchetti. Alla deposizione dell’ufficiale è seguita quella dei colleghi di pattuglia che davanti al giudice hanno confermato quanto dichiarato dalla collega. (k.s.)



In Primo Piano
La polemica

Pro vita e aborto, nell’isola è allarme per le nuove norme

di Andrea Sin
Le nostre iniziative