La Nuova Sardegna

Nuoro

Verso un marchio per le patate di Gavoi famose in tutta l’isola

Michela Columbu
Verso un marchio per le patate di Gavoi famose in tutta l’isola

Il Comune e Laore studiano la valorizzazione del prodotto. Il sindaco Lai: «Puntiamo su biodiversità e cibo genuino»

21 novembre 2020
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GAVOI. La coltivazione della patata, praticata tradizionalmente in Barbagia, potrebbe diventare per Gavoi strumento di promozione territoriale. Si tratta di un prodotto che esporta la alta qualità delle produzioni di montagna, e potrebbe divenire all’interno di un paniere più ampio, la base per la costituzione di un marchio Gavoi, per il quale già si sta ragionando. Intanto il Comune e quindi la comunità è tra i soci fondatori dell’Associazione Nazionale Città delle patate, neonata associazione che mette insieme ben diciannove comuni italiani di dieci regioni diverse che lavoreranno insieme alla ricetta per valorizzare la pataticoltura di qualità, il paesaggio, i prodotti tipici, le tradizioni autoctone, la cultura e l’imprenditoria locale.

Gavoi è l’ unico Comune sardo ha partecipato all’iniziativa che è stata promossa dalla Lega della Autonomie Locali italiane e supportata dalla Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani. «Si parte dalla cooperazione anche con altre realtà nazionali per la valorizzazione di un prodotto che può far leva e essere importante per l’economia locale – commenta Salvatore Lai, primo cittadino –. Già lo è, dal momento che rappresenta un valido strumento di integrazione al reddito e che grazie alle sagre si è imposta come prodotto richiesto. Il fatto di far parte di questa associazione ci permette sicuramente di portare all’attenzione di Ministero dell’Agricoltura e Unione Europea, le proposte per meglio dotare questa produzione di maggiori strumenti di promozione. Allo stesso modo si presta attenzione alla valorizzazione di tutta la biodiversità di questo prodotto, da studiare e catalogare al meglio, mettendo al sicuro le produzioni tipiche. Insomma, contro una sorta di omologazione imposta dai mercati».

Così sarà inevitabile l’affiancamento dei tecnici, in questo caso quelli di Laore, che con Antonio Maccioni, direttore del Servizio Sviluppo della multifunzionalità e valorizzazione della biodiversità agricola di Laore, sono al fianco degli agricoltori gavoesi e il Comune nel progettare il futuro e la possibilità del marchio: «Nello specifico si pensa a un marchio territoriale geografico – spiega Maccioni – con il quale il discorso si amplia a tutti i prodotti orticoli (ma non solo), per i quali c’è un rinnovato interesse da parte dei produttori e indubbiamente una forte richiesta da parte della grande distribuzione».

«Sarà uno strumento che affiancato al Distretto Rurale di Barbagia – continua il sindaco Lai – e alla necessaria cooperazione territoriale potrà dare molto alla nostra economia».

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