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Nuoro

Badu ’e Carros dice no alla violenza

Badu ’e Carros dice no alla violenza

I detenuti dell’alta sicurezza in campo contro il femminicidio Arte e poesie per vincere ogni forma di sopruso sulle donne

26 novembre 2020
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NUORO. Un messaggio silenzioso ma potente, che infrange le sbarre del carcere di Badu ’e Carros e dà voce ai detenuti di massima sicurezza per dire no alla violenza sulle donne. Lo fanno dalle loro celle con opere e installazioni sul tema della violenza di genere, dove attraverso l’arte e la poesia dieci detenuti di alta sicurezza della quinta e seconda sezione detentiva hanno voluto esprimere il loro pensiero in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Una iniziativa che per il secondo anno consecutivo punta il dito contro un fenomeno sempre più dilagante, che ha registrato in questi ultimi mesi un preoccupante più 73 per cento di casi di violenza sulle donna. A sottolinearlo è il commissario capo della polizia penitenziaria del carcere nuorese nonché referente regionale delle pari opportunità della polizia penitenziaria, Manuela Cojana, che in accordo con la direttrice della casa circondariale, Patrizia Incollu, hanno chiesto ai detenuti di massima sicurezza, circa dieci, di esprimere il proprio pensiero sul tema della violenza di genere. «I numeri sono da capogiro – sottolinea la comandante Cojana –. Il tema della violenza di genere viene affrontato spesso a Badu ‘e Carros perché come è facile intuire la predominate qui è maschile, e quindi credo sia giusto far riflettere sui vari aspetti che riguardano questo triste fenomeno che spesso culmina nel femminicidio ma che affonda le sue radici nel concetto stesso che alcuni uomini hanno delle donne» spiega. «È proprio da questo che nasce la famosa legge 69 del 2019 meglio conosciuta come codice rosso». C’è chi ha scelto la pittura, chi la poesia e chi invece ha affidato il proprio pensiero e disappunto a delle magliette con scritte e disegni: il simbolo scelto per l’intera installazione è quello della ormai celebre scarpetta rossa realizzata con piccoli origami rossi. Un tema molto sentito dall’intera popolazione carceraria, dove non è presente però una sezione sex offender. La pandemia ha accresciuto il rischio di violenza che spesso ha luogo proprio tra le mura domestiche: si è purtroppo assistito, durante il periodo di lockdown, ad un drammatico aumento della violenza contro le donne che vede tragicamente, a volte, coinvolti anche minori. Per la giornata mondiale contro la violenza sulle donne è stato scelto il 25 novembre perché in questo giorno del 1960, furono uccise le tre sorelle Mirabal, attiviste politiche della Repubblica dominicana. È una data importante, per ricordare a tutti che il rispetto è alla base di ogni rapporto. (s.v.)

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