La Nuova Sardegna

Nuoro

Bosa, Casula sulla variante «Nessuna città mercato»

di Alessandro Farina
Bosa, Casula sulla variante «Nessuna città mercato»

Durante la riunione di consiglio il sindaco gela l’opposizione sulla modifica al Pai «Le voci sulla apertura di un nuovo centro commerciale sono pure illazioni»

28 novembre 2020
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BOSA. Ci sono volute due riunioni di consiglio comunale e una nota scritta di chiarimenti in arrivo dall’Ufficio Tecnico, dopo le richieste delle minoranze nel primo appuntamento in aula, per sciogliere dubbi e riserve. Ma alla fine la “Proposta di variante al Piano Stralcio dell’assetto idrogeologico” è passata con il voto favorevole della maggioranza di Un’altra Bosa e l’astensione dei gruppi di minoranza guidati dai copogruppo Rosalia Acca, Alessandro Naitana e Anna Maria Carlini, nell’appuntamento in programma lunedì scorso nell’aula di piazza Carmine. Materia del contendere quella che, così ha spiegato il sindaco Piero Franco Casula, richiamando a una proposta simile di qualche anno fa licenziata dall’aula con il voto favorevole, «è semplicemente una presa d’atto del Consiglio rispetto ad una richiesta di un privato, che poi dovrà vagliare ed a cui darà risposta la Regione. Non una variazione al Puc o al Pai». Cioè quella, in un quadrilatero di terra nel rione Santa Caterina, di variare l’indice di pericolosità attribuito dal Pai e dal Piano stralcio delle fasce fluviali dal massimo (Hi4) ad un più contenuto indice di rischio idrogeologico. Premessa evidentemente a future, sempre che la proposta vada in porto, ulteriori richieste da parte di una società privata, proprietaria di terreno e immobili in quella zona.

Sul punto, nella prima riunione del venti novembre, Alessandro Naitana e Rosalia Acca avevano chiesto lumi e approfondimenti. In particolare ponendo due domande: quali fossero le aree limitrofe a quelle richiamate nella proposta di delibera e perché la variante fosse “di interesse generale” alla luce del fatto che le norme in materia richiamano a studi di enti territoriali e locali. Quesiti a cui ha risposto in forma scritta il responsabile dell’ufficio tecnico, chiarendo che le aree limitrofe a quelle di proprietà della società privata sono quelle di cessione al Comune in base ad una precedente convenzione, quindi per aree verdi, parcheggi, servizi pubblici. Questo il passaggio che risponderebbe anche al secondo quesito, cioè sull’interesse pubblico. «Le voci sulla nascita di una sorta di città mercato ecc, circolate in città, sono illazioni. Qui oggi non facciamo altro che prendere atto della richiesta di un privato alla Regione», ha ribadito il sindaco. Mentre dalle minoranze, ma sull’argomento certamente si tornerà in futuro considerato l’avvio dell’Ufficio di piano a Bosa e la battaglia per la rivisitazione dei limiti imposti, viene reiterata la richiesta di risolvere le non poche e variegate situazioni che da oltre un decennio affliggono decine di cittadini e operatori, in tema di vincoli idrogeologici nell’area urbana.

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