La Nuova Sardegna

Nuoro

Alluvione, le tre vite spezzate a Bitti: travolti dalla piena in strada e in casa

Simonetta Selloni
Si cerca di liberare dal fango case e negozi (foto Massimo Locci)
Si cerca di liberare dal fango case e negozi (foto Massimo Locci)

Il corpo della 89enne Lia Orunesu è stato ritrovato a un chilometro dalla sua casa

30 novembre 2020
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BITTI. Il corpo imbrigliato tra tronchi e detriti, adagiato nel fiume di fango che si è depositato vicino al campo sportivo nella parte bassa del paese. Attorno alle 11 di ieri mattina 29 novembre Lia Orunesu è diventata la terza vittima ufficiale della bomba d'acqua che ha travolto Bitti e che si è portata via anche Giuseppe Carzedda e Giuseppe Mannu. L'hanno ritrovata alcuni volontari che hanno avvisato i carabinieri: poi è toccato ai Vigili del fuoco liberarla da quell'abbraccio mortale. Aveva 89 anni, signora Lia: vedova, viveva in Piazza Asproni. I vicini l'hanno vista sulla porta di casa, un attimo dopo quel fiume impetuoso l'ha portata via, nemmeno un secondo per dirsi addio. La conoscevano tutti, attiva e arzilla. La ricordano partecipare ai soggiorni alle terme organizzati dal Comune, era l'anima della festa tra i suoi compaesani non più giovani.

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Pippineddu 'e su Consorziu, così era noto Giuseppe Carzedda, che per una vita ha gestito il Consorzio agrario. Casa e bottega una sotto l'altra: negozio del Consorzio in piazza Asproni, casa in via Brigata Sassari. 90 anni, non si era mai sposato, ma non soffriva certo la solitudine, titolare del Consorzio in un paese con almeno duecento aziende agro-pastorali. Gran lavoratore non era uno da "quota cento": in attività anche in età avanzata, solo di recente la salute lo aveva un po' abbandonato. E infatti era allettato, e assistito dalla coop sociale. I soccorritori lo hanno trovato nel suo letto, nella grande casa di granito proprio sotto la piazza. C'è da sperare che non abbia avuto il tempo di accorgersi di cosa stava accadendo; che il fango che si è fatto strada con la sua furia distruttiva lo abbia colto magari assopito, chissà.

Ha avuto probabilmente tutto il tempo di percepire la tragedia, Giuseppe Mannu, la vittima più giovane di una tragica giornata che si è presa tre vite e paradossalmente non ha provocato feriti. Mannu, 55 anni, viveva in via Dante, rione Gorofai. Un grande lavoratore: e infatti il suo pensiero, sabato mattina 28 novembre, è stato quello di andare nella sua azienda. Nonostante, per arrivarci, dovesse percorrere la strada di "Cuccureddu-Coluccheri", espressamente vietata al transito, come aveva scritto il sindaco Giuseppe Ciccolini nell'ordinanza del 27 novembre. Nulla, Mannu aveva la preoccupazione e questa è stata più forte di ogni cautela. E quindi sabato mattina ha preso il suo pick-up e si è messo in strada, quando già c'era l'anticamera dell'inferno. Un albero si è abbattuto sul fuoristrada che è precipitato giù, per uno smottamento, uno dei tanti nella rete viaria messa in ginocchio dall'acqua e dal fango. È morto così, Mannu, senza mai riuscire ad arrivare alla sua azienda.

Ora Lia, Pippineddu 'e su Consorziu e Giuseppe sono insieme, all'obitorio del cimitero comunale. Anche farli arrivare lì è stata un'impresa, nel paese che ieri cercava di riemergere dal fango. I corpi sono a disposizione dell'autorità giudiziaria. Non è escluso che il parroco don Totoni Cossu, impartisca una benedizione collettiva nella cappella del cimitero. L'acqua e il fango hanno complicato la vita dei bittesi, e persino la morte.

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