La Nuova Sardegna

Nuoro

Perdasdefogu in festa per Bonino Lai

Perdasdefogu in festa per Bonino Lai

Ex dirigente dell’ufficio anagrafe, ha festeggiato 101 anni con i compaesani 

23 dicembre 2020
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PERDASDEFOGU. Nel paese col record europeo dei centenari (sette viventi su 1798 abitanti) ormai non è notizia. Ma ieri mattina e per tutta la giornata, col distanziamento imposto dal Covid, è stato un interrotto viavai di persone che sono andati a casa di Bonino Lai, nel rione di Cort’e ’ois di Perdasdefogu tra piazza Longevità e la chiesa parrocchiale di San Pietro.

Bonino, ex dirigente dell’ufficio anagrafe di Foghesu, ha compiuto 101 anni, al fianco della moglie Elena 82enne, delle figlie Massima e Monica e di tutto il paese. Come suo solito ha parlato della vita durante il fascismo, ha rievocato il suo no a un ufficiale che in Alto Adige chiedeva di “lustrargli le scarpe”, e il soldato telegrafista marconista Lai a replicare piccato: «Le scarpe sue se le pulisce lei, non devo ubbidire a ordini stupidi» e per questo passò una settimana a dormire sul tavolaccio della camera di sicurezza, “Zio” Bonino ha ricordato un altro fatto avvenuto durante la seconda guerra mondiale: lo stavano per fucilare nella zona di Treviso perché aveva ricevuto un telegramma con la frase “Italia è morta”.

I gerarchi credevano fosse una frase in codice contro il regime e lo volevano uccidere. Non avevano capito che mancava una enne perché a morire era stato Italina, la sorella «bella più di una rosa, nell’inferno dei bombardamenti alleati su Cagliari».

Finita la guerra rientra a Foghesu. È tra i dirigenti del vero Partito sardo d’Azione, entusiasta delle idee federaliste ed europeiste di Camillo Bellieni. Vince un concorso ed è assunto dal Comune di Perdasdefogu: «Prima ero all’abigeato e registravo animali, pecore e capre; poi mi passano all’anagrafe civile e registravo bambini e bambine che nascevano, vecchi e vecchie di morivano».

Accanito lettore di “libri e giornali”, ammiratore di Grazia Deledda e di Gabriel Garcia Màrquez («l’ho scoperto con l’inaugurazione della piazza Cent’anni di solitudine») segue sempre i telegiornali e, di mattina, la rassegna stampa dii Radio 3. A chi gli chiedeva un parere su questo 2020 ha detto: «Un anno nero per il coronavirus, è brutto non potersi abbracciare. Ma per fortuna il 2020 ci ha liberato di Donald Trump, un presidente che ha disonorato l’America e la sua democrazia». (g.m.)

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