La Nuova Sardegna

Nuoro

«Siamo un’isola nell’isola stop al campanilismo»

di Lamberto Cugudda
«Siamo un’isola nell’isola stop al campanilismo»

L’ex sindaco di Gairo Marceddu chiama a raccolta gli amministratori locali «È ora di dire basta alla politica del “no” e alla carriera di pochi personaggi»  

24 gennaio 2021
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GAIRO. «L’Ogliastra non solo si spopola, ma invecchia sempre di più». A sostenerlo è il capogruppo consiliare comunale di opposizione Roberto Marceddu. «Siamo di fronte a un processo di destrutturazione sociale – dice l’ex primo cittadino, che alle elezioni di fine ottobre 2020 è stato sconfitto dall’attuale sindaco Sergio Lorrai –. Certo due, tre Comuni della nostra “isola nell’isola”, enfatizzano l’aumento di residenti, ma per lo più si tratta di normali spostamenti di ogliastrini da un centro a un altro. Il problema è che sia il saldo demografico che quello riferito all’indice di vecchiaia sono entrambi negativi, per cui c’è ben poco da festeggiare». A parere di Marceddu, la verità è che l’Ogliastra, al pari di tante altre aree territoriali, fa i conti con scelte di politica economica che favoriscono lo spostamento delle masse popolari nei grandi hinterland urbani e nel contempo determinano meccanismi di tipo assistenziale per fornire qualche risposta a chi rimane. «Sono politiche – afferma – che hanno origine a Bruxelles, e poi, a cascata, Roma e Cagliari, subendole e neppure mitigandole, fanno nient’altro che appiattirsi su di esse, potenziandole». «Politici e amministratori ai vari livelli fanno il resto, concentrati come sono sulle loro carriere, finalizzando la loro azione verso provvedimenti che non innescano un cambiamento dello status quo». Per Roberto Marceddu, il risultato è che l’Ogliastra ha fatto tanti piani di sviluppo, ma oggi nel prevalente campanilismo, è stato smantellato anche quanto era stato conquistato in passato. L’ex sindaco mette in risalto un passaggio: «Un’isola, la nostra dove il “No” a tutto è l’imperativo e le divisioni ataviche un limite insuperabile che si sposano con atteggiamenti delle comunità in antitesi con i processi di sviluppo che sarebbe necessario attivare. Pensiamo solo alla necessità di avere un minimo di indipendenza energetica: non va bene il nucleare e siamo d’accordo, non va bene l’eolico, né il fotovoltaico, neppure il gas, e altro. Nel frattempo, la cosa ridicola è che siamo pieni di basi militari con problemi non certo di poco conto». La Gallura, al netto delle carenze ancora esistenti, per Marceddu è l’unica sub regione che cresce quasi fisiologicamente, nonostante i freni di Sassari e Cagliari.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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