Studenti in Dad realizzano una mano per un robot
di Alessandra Porcu
Macomer, una stampante 3d in comodato d’uso a casa per un gruppo di studenti È accaduto agli istituti Amaldi e Satta dove si è concluso un progetto innovativo
27 gennaio 2021
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MACOMER. Un percorso durato 12 mesi. Fatto di studio, passione e impegno. Si può riassumere così il progetto “Robotica educativa. Automazione, robotica e meccatronica per i lavori di oggi e di domani” che nell'annualità 2019/2020 ha visto protagonisti alcuni insegnanti e studenti dell'istituto professionale Amaldi e del Tecnico Satta di Macomer. Neppure le rigide misure restrittive anti Covid sono state in grado di fermarli. Coordinati dall'ingegnere Pier Luigi Lai e dai professori Gianluca Usai e Salvatore Ghisu, i ragazzi hanno accettato la sfida riuscendo a montare, da zero, una stampante 3D a tre assi e a realizzare alcuni pezzi funzionali all'assemblaggio delle falangi delle dita di un robot umanoide. Fin qui non ci sarebbe niente di strano, se non fosse che gli alunni hanno dovuto fare tutto questo ognuno a casa propria. Non si poteva fare altrimenti, vista la sospensione delle lezioni in presenza. Ma i corsisti non si sono persi d'animo e, grazie alla piattaforma didattica online e al prezioso supporto dei professori, sono riusciti nell'impresa. Divisi in gruppi, si sono alternati nelle diverse attività. Il primo passo è stato montare le stampanti 3D affidate loro in comodato d'uso. Una volta assemblato il materiale di base, hanno proceduto alla calibratura del macchinario.
Diversi gli step eseguiti per costruire parte della mano umanoide. In questa fase progettuale le dita robotiche e l'avambraccio, dotato di sei servo motori, vengono comandati in modo ancora basico da Arduino, ossia attraverso una piccola scheda elettronica equipaggiata di un microcontrollore centrale e di vari componenti. Nello stadio progettuale più avanzato, invece, si potranno impartire ordini utilizzando sono la voce. Questo sarà un passo fondamentale per la prosecuzione del percorso che è stato finanziato dalla Fondazione di Sardegna con 14 mila euro. Serviranno dunque altri fondi. Da qui la necessità di partecipare al nuovo bando 2020/2021. Oltre alle risorse, indispensabili, a giocare un ruolo fondamentale sono stati e saranno il lavoro di squadra. Il team composto da docenti e alunni si è rivelato essere vincente. La forza e la coesione del gruppo è andata oltre i limiti imposti dalla didattica a distanza. Le abitazioni private si sono trasformate in laboratori dove mettere in pratica le nozioni teoriche. In questi mesi segnati dall'emergenza sanitaria anche la creatività ha avuto il suo peso. Prova ne siano le mascherine protettive realizzate con la stampante 3D, lo scorso aprile, da alcuni studenti dell'Amaldi.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Diversi gli step eseguiti per costruire parte della mano umanoide. In questa fase progettuale le dita robotiche e l'avambraccio, dotato di sei servo motori, vengono comandati in modo ancora basico da Arduino, ossia attraverso una piccola scheda elettronica equipaggiata di un microcontrollore centrale e di vari componenti. Nello stadio progettuale più avanzato, invece, si potranno impartire ordini utilizzando sono la voce. Questo sarà un passo fondamentale per la prosecuzione del percorso che è stato finanziato dalla Fondazione di Sardegna con 14 mila euro. Serviranno dunque altri fondi. Da qui la necessità di partecipare al nuovo bando 2020/2021. Oltre alle risorse, indispensabili, a giocare un ruolo fondamentale sono stati e saranno il lavoro di squadra. Il team composto da docenti e alunni si è rivelato essere vincente. La forza e la coesione del gruppo è andata oltre i limiti imposti dalla didattica a distanza. Le abitazioni private si sono trasformate in laboratori dove mettere in pratica le nozioni teoriche. In questi mesi segnati dall'emergenza sanitaria anche la creatività ha avuto il suo peso. Prova ne siano le mascherine protettive realizzate con la stampante 3D, lo scorso aprile, da alcuni studenti dell'Amaldi.
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