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«Si sta smantellando il pubblico, difendiamo il diritto alla salute»
NUORO. Se dal centrodestra si accusa la passata gestione di centrosinistra della situazione di grave difficoltà in cui versa il San Francesco, da Liberu, sezione Paschedda Zau, l’analisi è...
28 gennaio 2021
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NUORO. Se dal centrodestra si accusa la passata gestione di centrosinistra della situazione di grave difficoltà in cui versa il San Francesco, da Liberu, sezione Paschedda Zau, l’analisi è diametralmente opposta. In un lungo intervento, Liberu denuncia quello che ritiene uno smantellamento della sanità pubblica. «Il reparto di Nefrodialisi del San Francesco di Nuoro chiude i battenti. La conferma arriva dopo una serie di eventi che confermano la chiara e netta volontà di smantellare la sanità pubblica nuorese da parte della giunta sardo-leghista. Abbiamo infatti assistito in pochissimo tempo al depotenziamento del reparto di Oncologia, il fermo del reparto di Chirurgia e ora apprendiamo la sconcertante notizia che anche il reparto di Nefrodialisi chiude».
Chi paga questa situazione, secondo Liberu, sono i pazienti «del nuorese, e di tutto il centro della Sardegna, vedono sgretolarsi davanti agli occhi la possibilità di ricevere cure adeguate senza dover affrontare viaggi che spesso aggiungono fatica e dolore al proprio quadro clinico».
Liberu torna sui dati, resi noti, della carenza del personale: circa 130 medici e quasi altrettanti infermieri. Il personale medico viene depotenziato e non viene adeguamente sostituito, aumentando un carico di lavoro spesso già insostenibile sulle spalle di chi rimane. Questo non può far altro che creare un enorme malcontento e sovraccarico di responsabilità che non tutti sono disposti a reggere».
Come detto, le spese più alte di una sanità pubblica che viene definita “allo sbando” sono «oltre i dipendenti del San Francesco, le centinaia, migliaia di pazienti che ogni anno si rivolgono alla struttura per ricevere prestazioni mediche e cure, che non potranno più ricevere se non affrontando ore di macchina per una visita e ricoveri lontani da casa».
Lo scenario è profondamente drammatico. Se a questo aggiungiamo l’emergenza Covid - 19 che da quasi un anno continua a provare un sistema ospedaliero già ridotto alla canna del gas, il panorama assume delle tinte ancora più fosche».
Liberu esprime una ferma condanna nei confronti della giunta Solinas per queste scelte «Ribadiamo la necessità di ripristinare quanto prima i reparti chiusi del nosocomio nuorese, con un piano di assunzione di tutto il personale mancante. Chiediamo uno stop immediato alla continua demolizione della sanità pubblica nella nostra terra e difendiamo a gran voce un nostro diritto inviolabile: il diritto alla salute».
Chi paga questa situazione, secondo Liberu, sono i pazienti «del nuorese, e di tutto il centro della Sardegna, vedono sgretolarsi davanti agli occhi la possibilità di ricevere cure adeguate senza dover affrontare viaggi che spesso aggiungono fatica e dolore al proprio quadro clinico».
Liberu torna sui dati, resi noti, della carenza del personale: circa 130 medici e quasi altrettanti infermieri. Il personale medico viene depotenziato e non viene adeguamente sostituito, aumentando un carico di lavoro spesso già insostenibile sulle spalle di chi rimane. Questo non può far altro che creare un enorme malcontento e sovraccarico di responsabilità che non tutti sono disposti a reggere».
Come detto, le spese più alte di una sanità pubblica che viene definita “allo sbando” sono «oltre i dipendenti del San Francesco, le centinaia, migliaia di pazienti che ogni anno si rivolgono alla struttura per ricevere prestazioni mediche e cure, che non potranno più ricevere se non affrontando ore di macchina per una visita e ricoveri lontani da casa».
Lo scenario è profondamente drammatico. Se a questo aggiungiamo l’emergenza Covid - 19 che da quasi un anno continua a provare un sistema ospedaliero già ridotto alla canna del gas, il panorama assume delle tinte ancora più fosche».
Liberu esprime una ferma condanna nei confronti della giunta Solinas per queste scelte «Ribadiamo la necessità di ripristinare quanto prima i reparti chiusi del nosocomio nuorese, con un piano di assunzione di tutto il personale mancante. Chiediamo uno stop immediato alla continua demolizione della sanità pubblica nella nostra terra e difendiamo a gran voce un nostro diritto inviolabile: il diritto alla salute».