Contro il detenuto la causa intentata dalla figlia
GAVOI. Se da una parte Francesco Rocca intravede uno spiraglio attraverso la Corte di giustizia europea per i diritti dell’uomo, dall’altra il dentista condannato all’ergastolo per il femminicidio...
24 febbraio 2021
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GAVOI. Se da una parte Francesco Rocca intravede uno spiraglio attraverso la Corte di giustizia europea per i diritti dell’uomo, dall’altra il dentista condannato all’ergastolo per il femminicidio della moglie Dina Dore (foto) dovrà tornare davanti ai giudici, questa volta civili. È stato infatti citato davanti al tribunale di Nuoro per il 6 maggio, nella causa promossa dalla figlia per il risarcimento dei danni patiti a seguito del delitto. La figlia è rappresentata dalla tutrice ed è tutelata dall’avvocata Annamaria Busia. È questo l’unico modo per ottenere un risarcimento, dal momento che al processo il tutore della bambina non si era costituito parte civile, escludendola così dalla possibilità di chiedere il risarcimento. La richiesta risarcitoria partirà dalla mancata corresponsione del mantenimento nei confronti della figlia da parte di Francesco Rocca. Ci sono poi anche i danni subito a seguito del reato, e anche questi dovranno essere quantificati dal giudice. Tutto ciò mentre la madre e le sorelle di Rocca hanno intentato una causa per spogliare il dentista dei suoi beni, che loro ritengono debbano rientrare nell’asse familiare «a garanzia del patrimonio della figlioletta». L’8 aprile (altro giudice), si discuterà sempre a Nuoro anche quella causa.(si.se.)