La Nuova Sardegna

Nuoro

Incontro in prefettura sul caso del gioielliere ucciso a Sorgono

di Michela Columbu
Incontro in prefettura sul caso del gioielliere ucciso a Sorgono

SORGONO. Ferrea volontà di dare un volto agli assassini di Giuseppe Manca ucciso a Sorgono quattro anni fa e per il quale la famiglia chiede a gran voce giustizia. Si è chiuso così l’incontro...

24 febbraio 2021
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SORGONO. Ferrea volontà di dare un volto agli assassini di Giuseppe Manca ucciso a Sorgono quattro anni fa e per il quale la famiglia chiede a gran voce giustizia. Si è chiuso così l’incontro tenutosi il 22 febbraio scorso nella sede della Prefettura di Nuoro, richiesto dalla Comunità Montana del Gennargentu Mandrolisai a cui erano presenti anche il prefetto Luca Rotondi e il colonnello Massimo Cucchini, sul tema della sicurezza nel territorio, rappresentato da una delegazione di fasce tricolori del Mandrolisai. Al centro del tavolo di confronto in particolare, il caso che da quattro anni non smette di sollevare interrogativi sulla sorte del gioielliere di Sorgono, ucciso nel febbraio del 2017 in seguito a una irruzione in casa e morto soffocato dopo essere stato imbavagliato e legato su una sedia. Per fare luce sulla morte del sessantatreenne si lavorò anche attraverso tutto ciò che la tecnologia poteva offrire, per scovare appunto chi si nascondesse dietro quell’efferata rapina. Sono passati esattamente quattro anni, ma ancora gli assassini di Giuseppe Manca non hanno un volto. «A seguito degli appelli dei familiari a mezzo stampa – spiegano sindaci e i commissari – abbiamo ritenuto necessario incontrare il prefetto, per manifestare la vicinanza di tutte le istituzioni alla famiglia di Giuseppe e per rimarcare, ancora una volta, che c’è il massimo impegno per arrivare ad una conclusione della vicenda. All’incontro ha partecipato, oltre alla delegazione dei sindaci e dei commissari, in rappresentanza della famiglia anche la signora Maria Murgia, che tanto si è spesa, in questi anni, per stimolare una conclusione delle indagini che potesse portare all’individuazione dei colpevoli. Sia dal prefetto Rotondi che dal colonnello Cucchini è stata espressa la massima solidarietà alla famiglia con l’impegno di mantenere alta la concentrazione sul caso, così come è sempre stato sin dagli inizi. È stato più volte rimarcato che fatti così gravi non sono di facile risoluzione, tuttavia, ciò che conta, in queste fasi, è la ferrea volontà di giungere all’individuazione dei colpevoli. Sono state quindi espresse parole rassicuranti che danno fiducia per il futuro».

Proprio in occasione dell’anniversario della morte di Giuseppe Manca, qualche settimana fa, la zia Maria Murgia, a nome della famiglia ha voluto lanciare un appello perché si arrivi a una conclusione delle indagini. E da quel giorno un lenzuolo bianco con la scritta “Giustizia per Giuseppe”, appeso sotto l’insegna della gioielleria del povero gioielliere, ricorda a chi lo legge che da quattro anni rimangono impuniti e a piede libero i criminali che in una fredda notte di febbraio si accanirono con brutalità contro un uomo che aveva come unica colpa quella di lavorare e condurre una vita tranquilla.

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