La Nuova Sardegna

Nuoro

Cassa integrazione nella casa di riposo

di Alessandra Porcu
Cassa integrazione nella casa di riposo

Noragugume, dopo la battaglia contro il Covid arriva l’emergenza finanziaria

27 febbraio 2021
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NORAGUGUME. Dopo quello del Covid ad aleggiare sulla residenza per anziani di Noragugume è lo spettro della cassa integrazione. «Non abbiamo alternativa – ammette con rammarico Serenella Madau, presidente della cooperativa “Futura” che gestisce la casa di riposo –. Il numero dei nostri ospiti è diminuito notevolmente: 5 sono deceduti, solo uno a causa del virus, e un altro si trova ricoverato in ospedale. Anzichè su 16, al momento, possiamo contare solo su 10 rette mensili. Questo grava non poco sulla gestione economica dell’attività e, conti alla mano, non possiamo pagare i salari dei 12 soci dipendenti. Da qui la richiesta obbligata degli ammortizzatori sociali». Ma a incidere fortemente sul bilancio sono anche le 5 mensilità spettanti agli operatori assunti per far fronte all’emergenza sanitaria che ha investito prepotentemente l’ospizio. «Come dimenticarlo. Era il 21 gennaio scorso quando 8 dei nostri anziani sono risultati positivi al virus – ricorda Serenella Madau –. Quattro giorni più tardi la stessa sorte è toccata a 10 dei 12 operatori, compresa me. Siamo sprofondati in un vero e proprio incubo. Eravamo in preda della disperazione. A darci la forza di andare avanti è stata solo la grande solidarietà della gente. A decine e decine, da tutta la Sardegna, hanno risposto all’appello lanciato sui social per lavorare nella struttura in sostituzione dei dipendenti infettati. Il mio cellulare è stato subissato di telefonate, 200 per la precisione. In quei momenti le lacrime sono state di gioia e non più di dolore». Oggi il ricovero è Covid free. L’allarme è rientrato e quel mese terribile è alle spalle. A fare paura è la precarietà della situazione finanziaria. Come detto ci sono gli emolumenti da pagare a chi, pur consapevole dei rischi, per quattro settimane ha lavorato con impegno e dedizione. «Il contratto dei 5 operatori è scaduto venerdì scorso e pur di onorare l’accordo fino all’ultimo centesimo – spiega la presidente – noi soci siamo disposti a rinunciare alla paga. Quei ragazzi sono stati degli angeli. Oltre al compenso meritano tutta la nostra riconoscenza».

Riconoscenza che la cooperativa “Futura” deve anche all’amministrazione comunale, alla Protezione civile, ai medici dell’Usca e ai parenti degli ospiti. «Senza tutte queste persone non ce l’avremo mai fatta – precisa Serenella Madau –. Siamo riusciti a sconfiggere il Sars-Cov 2, adesso ci attende un’altra sfida importante».

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