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Nuoro

Hospice di Nuoro chiuso ai pazienti: «Uno schiaffo a chi soffre»

Giusy Ferreli
Hospice di Nuoro chiuso ai pazienti: «Uno schiaffo a chi soffre»

Lo sdegno dei volontari dell’associazione Kairos che supporta gli operatori Assl. «Con così poco personale la serrata era inevitabile ma nessuno se ne è occupato» 

02 aprile 2021
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NUORO. La cronaca di una chiusura annunciata, quella dell’hospice di Nuoro, si compone di tanti capitoli. Uno di questi, viene raccontato – all’indomani della denuncia della deputata Mara Lapia – con toni amareggiati dai volontari che negli anni hanno affiancato i (pochi) operatori sanitari nella struttura dello Zonchello. «La sospensione del servizio è uno schiaffo alla civiltà e all’umanità. Chi non ha mai avuto la sfortuna di avere una persona cara con una patologia incurabile, non può sapere quanto l’assistenza dell’hospice sia fondamentale per i pazienti e i loro familiari. Le cure e la sensibilità dell’equipe restituiscono dignità ai malati, che vanno via senza soffrire, e aiutano i congiunti a prepararsi alla triste circostanza». A parlare, anche per conto delle altre 17 persone che prestano volontariato nel reparto di 10 posti letto ormai precluso a nuovi ricoveri perché in corsia è rimasto un unico palliativista, è Giuseppina Raggio, presidente dell’associazione “Kairos –amici dell’hospice”.

La volontaria sottolinea come alla decisione di sospendere il servizio diretto da Salvatore Salis non si sia arrivati dall’oggi al domani. «Nel corso degli anni, abbiamo visto in quali condizioni ha lavorato il personale e abbiamo temuto – sottolinea la volontaria – che la chiusura fosse una cosa ineluttabile perché umanamente impossibile reggere quei ritmi. Abbiamo chiesto aiuto e trovato un sostegno nella deputata Lapia». Le reiterate richieste di potenziamento della pianta organica fatte a Cagliari, Nuoro e da ultimo a Roma, sono rimaste inascoltate e la situazione è precipitata quando due dei tre medici in servizio si sono dovuti assentare. Di fronte all’interruzione del servizio, i volontari preannunciano battaglia. «Ora siamo pronti a tutto pur di scongiurare il rischio di una chiusura. Se necessario, faremo banchetti in tutti i paesi, insceneremo proteste. Qualsiasi cosa affinché l’hospice venga dotato del personale necessario per proseguire nell’assistenza dei pazienti a fine vita sia in reparto che a domicilio», incalza la presidente Raggio che si sofferma su un dettaglio importante. «Questi pazienti – dice – non hanno tempo e non possono più aspettare le promesse della politica su concorsi e su graduatorie».

Graduatorie peraltro già formate e dalle quali i vertici di Ats- Assl possono attingere quei medici (internisti, rianimatori e pneumologi) che in virtù della loro specializzazione sono considerati equipollenti ai palliativisti. Il j’accuse dell’associazione è durissimo. «Siamo scandalizzati dalla poca sensibilità di chi dovrebbe assicurare il diritto alle cure palliative, diritto sancito da una legge completamente disattesa. Chiameremo a raccolta tutti i rappresentanti istituzionali del territorio – conclude raggio – sperando che questa volta facciano fronte comune».

Un appello rivolto anche a chi (dirigenti sanitari e politici regionali) nel corso dell’ultimo accorato confronto, avvenuto a fine febbraio al teatro Eliseo alla presenza dei sindaci, rassicuravano sulle sorti dell’hospice, tacciando di allarmismo chi, come la parlamentare, sollevava il problema. Tuttavia, toccherà a Regione e Ats dare risposte concrete. Quelle risposte che sinora non sono arrivate visto che da parte di Ats- Assl di Nuoro, al momento, si è risposto solo con un incomprensibile silenzio.

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