La Nuova Sardegna

Nuoro

Da Sindia all’“ospedaletto” con certificato o tampone

di Sandro Biccai
Da Sindia all’“ospedaletto” con certificato o tampone

Richiesto attestato di negatività a chi arriva al paese in lockdown  Dura reazione del sindaco Daga: «Grave e lesivo, Ats non tutela tutti i cittadini»

10 aprile 2021
2 MINUTI DI LETTURA





SINDIA. Proseguirà ancora per tre giorni il lockdown che interessa Sindia da ormai quattro settimane. Lo ha deciso ieri il sindaco Luigi Daga, che ha prorogato fino a lunedì 12 aprile la chiusura di tutte le attività non essenziali, oltre che della scuola pubblica e della scuola materna parrocchiale. Il primo cittadino di Sindia spiega che alla base della decisione «Vi è la mancanza degli esiti aggiornati dei tamponi effettuati dall’Ats nei giorni scorsi e la necessità di mantenere elevato il livello di protezione e di distanziamento sociale almeno fino all'aggiornamento dei dati da parte del Servizio sanitario che possano giustificare un alleggerimento delle misure». Luigi Daga entra poi nel merito della riorganizzazione degli accessi al poliambulatorio di Macomer decisa dalla Direzione d’area socio sanitaria locale dell'Ats il 7 aprile a riguardo degli utenti provenienti da comuni in zona rossa, contestandone modalità e contenuti. «La Direzione ha deciso di subordinare l'accesso al poliambulatorio di Macomer da parte degli utenti che arrivino da comuni in lockdown – allo stato attuale stiamo parlando esclusivamente di Sindia – alla presentazione di un certificato medico attestante l'esito negativo del tampone molecolare o del test antigenico rapido eseguito non oltre 72 ore prima dell'accesso medesimo. Questa decisione – è la riflessione di Daga – denota un atteggiamento discriminatorio e lesivo del diritto alla salute, come fosse una colpa appartenere a comuni in zona rossa, e costringe questi pazienti a convivere con la loro patologia in maniera ancora più drammatica per il rifiuto del controllo medico o per la rinuncia alla visita. Ed evidenzia ancora di più – aggiunge il primo cittadino- l'incapacità della Direzione socio sanitaria dell'Ats, alla quale è delegato il compito di tutelare la salute di tutti i cittadini, in particolare nella situazione pandemica che vive il nostro comune, di trovare soluzioni efficaci ed adeguate in un pre-triage organizzato all'interno della stessa struttura sanitaria».

È sulla base di queste considerazioni che il sindaco di Sindia ha richiesto un incontro urgente al responsabile della cure primarie, Antonello Sechi, ed informato di tale richiesta Maria Giovanna Porcu e Ignazio Piras, rispettivamente direttore e presidente del Distretto socio sanitario di Macomer: «Occorre definire le modalità più adeguate alla situazione contingente per l'accesso dei pazienti di Sindia che necessitano di visite specialistiche; ed è auspicabile che all'incontro siano presenti i due medici di medicina generale operanti nel nostro comune di Sindia» conclude Daga.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
L’incidente

Scontro frontale sulla Sassari-Olbia, cinque feriti in codice rosso

Le nostre iniziative