La Nuova Sardegna

Nuoro

SANITÀ SOTTO ACCUSA 

Morto dopo l’angiografia negata, esposto dei familiari alla Procura

di Giusy Ferreli
Morto dopo l’angiografia negata, esposto dei familiari alla Procura

NUORO. Era arrivato all’ospedale di Nuoro in gravissime condizioni per un’emorragia cerebrale dopo aver fatto il vaccino anti Covid. A distanza di un mese dalla morte di Mario Casu, la sua triste...

29 maggio 2021
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NUORO. Era arrivato all’ospedale di Nuoro in gravissime condizioni per un’emorragia cerebrale dopo aver fatto il vaccino anti Covid. A distanza di un mese dalla morte di Mario Casu, la sua triste vicenda è arrivata all’attenzione della magistratura. Se il 58enne di Burgos fosse stato sottoposto all’angiografia si sarebbe potuto salvare? Questo è il dubbio atroce che si è insinuato nella mente di suo nipote, dubbio che Leonardo ha voluto mettere nero su bianco nell’esposto depositato ieri mattina in Procura a Nuoro. Il giovane, che ha agito per conto di tutta la famiglia, non punta il dito contro nessuno ma vorrebbe che venisse fatta chiarezza sulle circostanze della morte di quello zio che per lui era come un fratello maggiore. Nel documento riporta con chiarezze orari e circostanze. La prima riguarda il vaccino che viene somministrato al 58enne, con importanti patologie pregresse a croniche, la mattina del 20 aprile. Mario Casu si sente male nel pomeriggio nella piazza del paese. Soccorso, viene trasportato in ambulanza al pronto soccorso del San Francesco alle 19.35. Si sospetta un’emorragia cerebrale, confermata poi dalla Tac, ma non è possibile sottoporlo all’angiografia perché, nel servizio di Radiologia interventistica sono rimasti un unico angiografista e due tecnici, personale ridotto all’osso che ovviamente non riesce a coprire tutti i turni. Mario Casu, rimane quattro ore al San Francesco in attesa del trasferimento in un altro ospedale. Arriva al Brotzu all’una e 20 del 21 aprile. Muore nell'ospedale cagliaritano dopo due settimane di coma. Per questo i familiari chiedono alla Procura di accertare se “perché un ospedale come il San Francesco, che offre i suoi servizi a 200mila persone, nonostante sia presente un angiografo in grado di turnare h24 ha solo un angiografista e due tecnici di radiologia e lascia alla sorte il destino del paziente di turno che deve sperar nella presenza in reparto degli operatori”. C'è poi l'esigenza di far chiarezza sul perché, i vertici di Assl e ospedale non abbiano pensato preventivamente ad un piano di trasporto alterativo i grado di abbattere i tempi dell'intervento. «Nessuno – dice Leonardo – mi restituirà mio zio. Voglio però che venga fatta luce sulla sua mote perché altre persone non si trovino nella sua sessa situazione».

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