La Nuova Sardegna

Nuoro

Macomer giudice di pace a rischio chiusura da luglio

di Alessandra Porcu
Macomer giudice di pace a rischio chiusura da luglio

Domani potrebbe essere l’ultimo giorno: scade il contratto delle due dipendenti Cadeddu (Unione dei Comuni): «Stiamo lavorando per evitare questo epilogo»

29 giugno 2021
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MACOMER. Che ne sarà dell’ufficio del Giudice di Pace di Macomer? Al momento nessuno sembrerebbe avere la risposta a un interrogativo che ci si pone da lungo tempo. L’unica certezza è data dal fatto che mercoledì 30 giugno potrebbe essere l’ultimo giorno di attività. Il contratto delle due dipendenti scade proprio domani e se non si troverà una soluzione, dell’ultimo minuto, dal 1° luglio i cancelli del presidio statale resteranno chiusi. Sbarrati. Un’ipotesi che si vuole scongiurare a tutti i costi. «Stiamo lavorando duramente per evitare questo epilogo –, sottolinea la presidente dell’Unione dei Comuni del Marghine, Silvia Cadeddu –. Il nostro territorio, già duramente penalizzato dallo smantellamento di altri servizi essenziali, compresa la chiusura di numerosi plessi scolastici, non può essere costretto a fare l’ennesima rinuncia». In prima linea in questa strenua difesa c’è anche il sindaco di Silanus, Gian Pietro Arca. «Sono in corso diverse interlocuzioni. La questione è di assoluta priorità. Non lasceremo nulla di intentato», ha detto. Tra i diversi canali aperti nelle ultime settimane, rientra quello romano. Uno degli ostacoli è dovuto al fatto che le nomine e l’invio del personale sono in capo al Ministero della Pubblica amministrazione. «Se, invece, ci fosse l’intervento diretto del dicastero di Grazia e Giustizia – spiega Silvia Cadeddu – sarebbe possibile far ricoprire i posti vacanti a cancellieri provenienti, ad esempio, dal tribunale di Oristano». La partita, non semplice, dovrebbe quindi essere giocata a livello politico. Da qui il coinvolgimento di alcuni parlamentari sardi per tentare di salvare il salvabile. L’altra strada è quella di una nuova manifestazione di interesse. All’ultimo avviso pubblico ha risposto solo un candidato che, purtroppo, non era in possesso dei requisiti giusti per ottenere l’incarico. «Pur di rendere più appetibile il bando – prosegue la presidente dell’Unione – ho richiesto la modifica delle condizioni contrattuali. Se l’assunzione passasse dagli attuali 12 mesi a 24, chi eventualmente dovesse prendere in considerazione l’ipotesi di lavorare nell’ufficio macomerese potrebbe sentirsi più propenso a farlo. Proveremo a giocarci questa carta». Finora non c’è stata nessuna corsa ad accaparrarsi il posto. Si confida in un cambio di rotta. La verità è che i compiti da svolgere sarebbero diversi e di una certa rilevanza. Senza contare che con l’apertura del Cpr la mole di lavoro è aumentata notevolmente. «Proprio perché le pratiche da sbrigare riguardano l’intero territorio nazionale – sottolinea Silvia Cadeddu – è necessario che ci sia un intervento dall’alto». Non resta, dunque, che attendere per capire se dal 1° luglio Macomer dovrà dire addio oppure no all’ufficio del Giudice di Pace.

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