I tre scali uniti: nasce Sardegna aeroporti – che cosa succede e i prossimi passaggi
La Regione entra nella società unica di Cagliari, Olbia e Alghero: manca solo la firma
Cagliari La giunta regionale si appresta a deliberare nelle prossime ore l’ok al progetto di fusione in una holding delle tre società di gestione degli aeroporti sardi. La delibera di indirizzo che verrà adottata riguarda fondamentalmente il soggetto istituzionale che a nome della Regione firmerà l’ingresso della amministrazione nella nuova società. In un primo momento si era pensato che l’atto costitutivo potesse prevedere la partecipazione dell’Arst, ma alla fine si è optato per una figura istituzionale nella persona del direttore generale della presidenza della Regione, incarico oggi ricoperto da Giovanni Deiana. Con la delibera di indirizzo che verrà assunta risulterà fattibile firmare entro l’anno il closing, cioè sottoscrivere il contratto definitivo che formalizzerà la cessione della quota maggioritaria di Sogaer (94,44%) posseduta dalla Camera di Commercio al fondo F2I Ligantia in cambio di un ingresso in concambio nella costituenda società sarda di gestione degli aeroporti, Sardegna Aeroporti. La figura chiave di questa operazione è F2I.
Si tratta di una società di risparmio gestito attiva nelle infrastrutture strategiche, controllata da Cassa Depositi e Prestiti, Fondazioni bancarie, 25%, istituti di credito nazionali, 20%, istituzioni pubbliche, 14%, e casse di previdenza e fondi pensione, 26%. La composizione azionaria la fa ritenere società eminentemente pubblica. Nel suo cda c’è anche il presidente della Fondazione Sardegna Giacomo Spissu.
Oggi oltre agli scali di Olbia e Alghero, F2I gestisce gli scali di Milano, Napoli, Torino, Trieste e Salerno. Già un anno e mezzo fa la presidente Alessandra Todde aveva ipotizzato un ruolo attivo della Regione, inserendo nel bilancio la somma di 30 milioni destinati alla acquisizione di quote della nuova società. «Questa operazione sino a ieri escludeva la Regione. Ciò è impensabile perché non è possibile che in processi strategici e sinergici come questo non vi sia anche la fattiva presenza della Regione. La gestione unitaria degli aeroporti riguarda le porte di ingresso e uscita dell’isola. La sua gestione virtuosa e attenta è un elemento fondamentale per l’economia dell’isola. Dobbiamo esserci per contribuire a governare questo processo». La Regione è già presente in Sogaer, ma con quote poco significanti: direttamente con lo 0,72 per cento, indirettamente tramite Sfirs con il 3,43 per cento. Per arrivare alla quota del 10 per cento, la Regione deve comprare la differenza tra quello che possiede in Sogaer e quello che ambisce ad avere dagli altri soci che partecipano alla fusione: F21 Ligantia e Fondazione Sardegna.
I 30 milioni presenti nel bilancio 2025 se saranno impegnati entro dicembre non faranno crescere le somme non spese che rappresentano l’avanzo di bilancio. Un elemento non solo contabile ma anche politico perché Todde e la sua maggioranza sulla partecipazione della Regione alla ipotizzata fusione delle società di gestione si è spesa non poco. Resta da capire come la quota del 10 per cento possa consentire alla Regione di esercitare un ruolo significativo nella gestione della società.
Tutto dipenderà dagli accordi, i cosiddetti patti parasociali, che i soci decideranno di contrarre dopo la firma. Il precedente esecutivo regionale si era costituito in aggiunta ai proponenti in un ricorso contro la fusione delle tre società di gestione degli aeroporti sardi. Il procedimento è ancora aperto. «Le sinergie in questo campo sono una buona cosa – aveva aggiunto Todde – e in ogni caso l’attuale crescita di passeggeri di Sogaer porterà, per legge, la Camera di Commercio a cedere sue quote e Sogaer a perdere i contributi pubblici. Meglio che la gestione degli scali sardi rimanga in mano pubblica e sotto il controllo della Regione».
Sul tema ieri è intervenuto il consigliere regionale del gruppo Misto Alessandro Sorgia che chiede immediate comunicazioni in aula della presidente. «Ci troviamo di fronte – aggiunge Sorgia – a una vera e propria svendita dell’aeroporto di Cagliari. È assurdo che la Presidente non abbia sentito il bisogno di riferire all’Aula prima di assumere una decisione così importante».
